
Il ricordo più bello? "La partita con la nazionale. Per quanto mi riguarda l'idea da bambino di vestire la maglia azzurra è qualcosa di unico. L'ho vestita una volta sola, ma è stata un'emozione unica".
Il passaggio al Brescia è stato definitivo. "Avevo già 34 anni, non avrei mai pensato di giocare altri dieci anni a calcio. Sono andato via da Bologna, ho accettato subito questa sfida. C'è stato il percorso, c'è stato anche l'intoppo di quest'anno, ma il calcio è questo. Bisogna prendersi le proprie responsabilità e vivere le cose giorno dopo giorno. Ho avuto la costanza e la forza di migliorarmi e di crescere. Tutto quello che ho avuto me lo sono sudato".
Il futuro? "Ho iniziato a studiare da allenatore, ho già parlato con il presidente. Inizierà una nuova carriera qui nel Brescia. Non c'è nulla di ufficiale, ma rimarrò qui al Brescia. Cercherò di crescere sotto un'altra veste".
"Sono venuto qua - conclude - per cercare di dare tanto, non solo come calciatore. Volevo dare qualcosa anche dal punto di vista dello spogliatoio. Il Brescia è cresciuto molto, secondo me è stata una società sviluppata che può stare a determinati livelli. Con Lopez ho avuto poco a che fare quando era al Bologna, ma ho trovato un allenatore preparato che ha un'esperienza per allenare a certi livelli".
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