cronaca

Tour de force per sciogliere i nodi entro il 14 settembre
2 minuti e 31 secondi di lettura
Le date, la disponibilità dei docenti e i trasporti. Tra i tanti nodi irrisolti della scuola, il ritorno in aula (in sicurezza) di quasi 8,5 milioni di alunni è una delle preoccupazioni principali del governo, impegnato nel rush finale di settembre in vista della prima campanella il 14 settembre. La ministra Lucia Azzolina garantisce che tutti gli studenti potranno tornare a seguire le lezioni in presenza, ma sul protocollo per il Trasporto Pubblico locale (Tpl) non c'è ancora un'intesa formale.

Nel weekend Regioni, Enti locali, Mit e Cts hanno lavorato alla chiusura delle linee guida su sicurezza sanitaria e trasporto scolastico, ma c'è un doppio appuntamento da segnare in agenda: prima la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, poi alle 19 la Conferenza unificata convocata dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia. In collegamento anche Azzolina, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, e il titolare della Salute, Roberto Speranza. Un primo spoiler sul dossier arriva dal governatore della Liguria Giovanni Toti: "Nelle prossime ore come Conferenza delle Regioni otterremo dall'esecutivo di poter portare all'80% la capienza sui mezzi pubblici". Un'idea di fatto già avallata anche dal Mit, che nei giorni scorsi aveva anche redatto le linee guida per gli Scuolabus.

Certo, va valutata con attenzione, anche dal punto di vista scientifico, la deroga al distanziamento a bordo dei mezzi pubblici, problema che potrebbe essere ovviato con maggiore frequenza di mezzi e sanificazione ulteriore dei veicoli. E se per la prima campanella rischiano di mancare i banchi monoposto e quasi 300mila insegnanti, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) lancia un'idea molto interessante. In pratica ognuno dei 9mila plessi scolastici in Italia potrebbe avvalersi di un infermiere scolastico, con un ruolo proattivo rispetto alla salute degli alunni.

Un infermiere che di fatto c'è già: è l'infermiere di famiglia e comunità. Sarà presente nei plessi e potrà agire non solo su chiamata per verificare la corretta applicazione delle misure anti-Covid, ma anche la salute e i bisogni assistenziali degli alunni (e del personale docente) non-Covid (in Italia ci sono circa 246mila alunni con disabilità che necessitano di assistenza), allertando e attivando in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione a cui il plesso scolastico fa riferimento.In attesa di capire cosa succederà, già da martedì inizieranno i corsi di recupero, in alcuni casi in presenza, e per il secondo grado a distanza.

Il ritorno in aula avverrà invece in maniera disomogenea: al Nord e in Toscana si partirà il 14, ma per esempio Puglia, Calabria e Sardegna hanno già deciso di rinviare a dopo le elezioni del 20-21 settembre. A livello regionale si muovono anche i governatori: nel Lazio con Scuole Sicure sono previsti 120mila test sierologici tra docenti e personale, mentre in Liguria si pensa a test salivari rapidi per risultati in 15 minuti e senza tampone (CLICCA QUI). Sei mesi dopo la serrata, la scuola italiana prova a ripartire anche così.