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Quest’anno con l’emergenza Covid non si sa ancora con esattezza quanti bambini si potranno caricare “ed è scandaloso che si sia arrivati a 15 giorni dalla partenza della scuola senza che il Governo abbia dato linee guida chiare” tuonano Roberto Rolandelli, direttore di esercizio e di Atp e Andrea Geminiani, direttore amministrativo. Per gli scuolabus, dedicati esclusivamente al trasporto dei bimbi, fino all’anno scorso erano pieni al 100 per cento e oltre. Ora si vedrà il limite numerico imposto dal distanziamento e poi starà ai Comuni comunicare ai genitori quanti bimbi e quali dovranno rinunciare al sevizio: chi abita più vicino a scuola? Chi non ha due genitori lavoratori? Ancora si brancola nel buio. E mancano solo 14 giorni al suon della campanella.
E poi c’è il tema del trasporto scolastico di studenti delle superiori e delle medie, tremila abbonati, tramite bus di linea (non dedicati) che quindi accolgono anche non studenti. Per il trasporto urbano vige la capienza del 60 per cento, per l’extraurbano si possono occupare tutti i posti a sedere, ma non in piedi. Il problema è che l’anno scorso i bus erano pienissimi, di studenti e non, quindi c’è il rischio reale che ne restino a terra parecchi. A meno che non si usino un po’ di bus di scorta (ma non bastano e servono anche per le emergenze) o che non ci sia uno scaglionamento di ingressi a scuola tale da garantire più viaggi (non certo nelle linee lingue come Chiavari- Santo Stefano d’Aveto, due ore di tragitto). “Si rischia che ci sia il cartello completo” racconta Geminiani. “Giá oggi, senza studenti, talvolta accade. E si rischia lo scontro fisico per decidere chi sale e chi no”.
Ultimo particolare, non per importanza: non si pensi che la soluzione sia comprare nuovi bus. “Anche se ci fossero i fondi, ci vogliono sei mesi per averli. La soluzione non è certo immediata”.
IL COMMENTO
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