
"Dialoghiamo costantemente con il Governo, diamo i nostri suggerimenti che talvolta vengono accolti e talvolta no. Questo Dpcm contiene misure che andavano prese perché è indubbio che questo virus stia crescendo, non so se quelle che abbiamo preso saranno efficaci o no o se sono socialmente eque: io rilevo che negli ospedali chi sta peggio sono i più fragili, gli anziani, i pluiripatologici e loro devono essere protetti di più", prosegue il governatore ligure.
"Non credo che si possano fare modifiche a questo decreto e non mi auspico neanche che lo facciano, non si possono cambiare le regole ogni tre ore, altrimenti facciamo una grande confusione". Ma "se noi diciamo che il vero problema è trovare un punto di equilibrio tra il contenimento della pandemia e non uccidere l’economia, abbiamo bisogno di trovare un punto di equilibrio di lungo periodo. Per questo dico che bisognerebbe lasciare vivere e lavorare il Paese e proteggere le persone più fragili e non chiudere selettivamente pezzi di Paese sulla base di ragionamenti che mi convincono poco", ribadisce Toti.
Col nuovo Dpcm i bar sono colpiti, ma almeno alle 18 hanno uno spazio di lavoro. I ristoranti invece rischiano di perdere fino al 70%-80% del fatturato secondo le stime del settore. "Abbiamo diviso il mondo tra il superfluo e il necessario dando per scontato quali lavori siano l’uno e quali l’altro, ma bisogna stare attenti a dividere il mondo in modo così manicheo. Non credo che possiamo fare come Israele che ha vietato di uscire di casa a tutta una serie di categorie di persone, perché sarebbe illegale e incostituzionale, però costruire delle situazioni di questo genere sì, potremmo segmentare la società sulla base del rischio. Se almeno si riaprissero i ristoranti fino alle 23 faremmo un minor danno, trattandosi della categoria più colpita in assoluto", conclude il presidente della Regione.
IL COMMENTO
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