
Lui era così, come il suo volto: apparentemente arcigno era capace di scoppiare in una risata fragorosa, verace, vera a cui non potevi resistere. Il sindaco Piccardo l’avevo imparato a conoscere durante le allerte per neve perché i primi fiocchi, di solito, arrivano a Masone… Negli ultimi anni è stato un tenace difensore della vita d’entroterra, impegnato ogni giorno a far capire che in quelle zone bisogna garantire dei servizi se si vuole ripopolare i paesi e non toglierli.
Negli ultimi mesi ha lottato con tutte le sue forze contro l'isolamento della Liguria provocato dai cantieri sulle autostrade, contro i lavori sulla A26 e quei blocchi, spesso non annunciati, che rendevano Masone e la Valle Stura un’isola sospesa tra il Turchino e il Piemonte. Sincero, chiaro, molto schietto, non aveva peli sulla lingua e non accettava compromessi. Di sera, di notte, più di una volta si è trovato all’uscita del casello di Masone cercando di dirottare i tir sulla A7 per evitare un blocco totale del traffico sul Turchino.
Lui era il vero uomo d’entroterra. Sempre ottimista con la battuta pronta e quella risata profonda. Negli ultimi mesi, diverse volte, aveva raccontato a Primocanale come le chiusure e i lavori sulla A26 avessero messo in ginocchio una valle fino ad ammettere in una delle ultime interviste che la gente era “allo stremo”. Parole che mi avevano colpito molto perché pronunciate da un sindaco sempre battagliero e che mai si è arreso. Camicia di flanella, giaccone arancione e lo smartphone che nelle sue mani sembrava così piccolo e con il quale inoltrava foto, info a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Il sindaco Piccardo è l'uomo che lo scorso giugno, mentre la frana scivolava sul casello di Masone e pioveva, mi ha posato sulle spalle il suo giaccone per proteggermi dalla pioggia. Un gesto d’altri tempi di un uomo d’altri tempi che sempre porterò con me, come esempio di amore e passione per il territorio e per un incarico, quello di sindaco, vissuto fino alla fine anche quando già non stava bene.
IL COMMENTO
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