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Il largo successo in rimonta nella stracittadina di Coppa dà morale ai rossoblù
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La vittoria sulla Sampdoria concentrata in un secondo tempo inatteso quanto perfetto, ha fatto fare un pieno di autostima al Genoa. I primi 45 minuti sono stati un orrore con Marchetti migliore in campo che si è arreso solo alla prodezza di Verre. Maran aveva scelto Rovella e Sturaro in mediana con Zajc a galleggiare dietro alle punte Scamacca e Shumorodov appoggiati anche da Ghiglione e Pellegrini. Ma non ha funzionato nulla tanto che i rossoblu non hanno mai tirato in porta. A parte l’errore di Bani sul gol subito la difesa ha tenuto con il rientrante Zapata e Goldaniga così il Genoa ha limitato i danni.

Maran nello spogliatoio ha deciso di gettare nella mischia Badelj e Melegoni per Rovella, non in serata, e Zajc il cui ruolo non si è capito. Il resto lo ha fatto una Sampdoria distratta che ha concesso palloni a metà campo e autostrade in difesa. Qui la metamorfosi del Grifone tremebondo: fuga del l’uzbeko e assistenza a Scamacca che è uno che non sbaglia e fa 1-1. Pochi minuti dopo il raddoppio di Lerager con tap in dopo parata di Audero, il danese decisivo come nel derby di agosto, e match chiuso ancora dal superbo Scamacca con destro chirurgico.
Restano i sorrisi, la qualificazione agli ottavi contro la Juventus e qualche indicatore positivo, come l’aver ritrovato Marchetti che ha vissuto un match da protagonista facendo dimenticare Perin. Ma nessuna illusione. La partita verità è quella col Parma di lunedì. È quello l’appuntamento che dirà se il Genoa ha svoltato oppure no. Il derby non ha dissipato i dubbi tattici e tecnici, c’è molto da lavorare, ma in questi tre giorni la paura rimarrà fuori dal Signorini.