salute e medicina

L'infettivologo del San Martino: "Serve moderazione e buonsenso"
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"Sono contrario a vedere scritto in una legge chi deve venire in casa (per Natale ndr) e andare a controllare con la polizia. Se vedo tutti i giorni mia madre o mio fratello non vedo perchè a Natale non li debba vedere". Mentre il nuovo Dpcm che regolerà le vite degli italiani per le feste di fine anno Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova è chiaro su quello che non vorrebbe vedere scritto nel decreto che entrerà in vigore il 4 dicembre.


A Roma si discute su coprifuoco, spostamenti, rientri di chi lavora o studia fuori o ancora quante persone potranno stare al tavolo di Natale. Le posizioni sono varie e la mediazione si gioca in queste ore tra le parti. Bassetti è contrario a una norma troppo restrittiva e richiama tutti al buonsenso: "Quello sarebbe uno stato di polizia, io viglio vivere in uno stato libero. Ci vuole buon senso perchè una terza ondata se molliamo è veramente molto probabile. Durante l'estate siamo stati forse troppo leggeri ma ora non bisogna andare dall'altra parte e dire chiudiamo tutto. Serve buonsenso".

Mentre a Natale manca ormai meno di un mese Bassetti fa il punto della situazione. la Liguria è tornata in zona gialla ma non bisogna abbassare la guardia. Il direttore della clinica di malattie infettive del San Martino lo ribadisce ancora una volta: "In queste tre-quattro settimane i genivesi e i liguri in generale si sono comportati molto bene, così dovremmo fare anche a Natale ma non possiamo permetterci di chiuderci in casa e far morire l'economia. Un Paese dove l'economia muore è un Paese più povero e dove ci si ammala di più. Si può andare nei negozi, magari evitiamo di andare tutti a comprare il 24 dicembre cerciamo di scaglionare gli acquisti nel tempo, rispettiamo le misure con mascherine, evitiamo assembramenti, anche per il Natale ci vuole moderazione nella celebrazione".

La seconda ondata è in corso, i numeri migliorano, per Bassetti la causa di questo aumento e i casi registrato a partire da novembre si legge nei comportamenti tenuti più a fine che a inizio estate. "Abbiamo avuto una brutta esperienza a marzo e poi novembre, probabilmente perchè a settembre e ottobre si è stati un po' troppo leggeri" scuola e trasporti sono due fattori indicati dall'infettivologo.