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Esaminate le motivazioni del gup, i pm riprovano a far valere l'impianto accusatorio
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 Il caso Obiang non è finito. La Procura di Roma, esaminate le 35 pagine di motivazioni del gup Alessandro Arturi, ha presentato appello contro la sentenza che un mese fa aveva prosciolto Massimo Ferrero e assolto la figlia Vanessa (anche amministratrice di Farvem, Eleven Finance, Circuito Gestioni Cinematografiche e Sviluppo) e il nipote Giorgio (anche amministratore Mediaport Cinema ed Eleven Finance), in qualità di consiglieri di amministrazione della Sampdoria ai tempi del flusso sospetto di denaro dalle casse della società calcistica alla Vici Srl, azienda cinematografica, e da questa ad altre società del gruppo, per lavori a Bogliasco che il pm reputava mai eseguiti, mentre sempre secondo il pm quei soldi sarebbero andati a coprire debiti del gruppo.

La Procura aveva contestato agli indagati i reati di appropriazione indebita, autoriciclaggio e false fatturazioni. Il gup aveva considerato inconsistenti le accuse, a partire dall'appropriazione indebita per cui nessuno aveva presentato querela, mossa a cui sarebbero stati titolati il CdA della Sampdoria (i cui componenti all'epoca dei fatti erano gli indagati) o eventuali azionisti.

Lo stesso gup Arturi aveva rilevato le “perplessità ricavabili dalla singolare tempistica di flussi finanziari tra società dello stesso gruppo imprenditoriale”, ma sarebbero serviti “ulteriori approfondimenti” di indagini considerate “congetturali e suppositive”, “sbrigative e apodittiche”. Adesso la Procura, scrive il quotidiano romano "Il Tempo", riprova a far valere la bontà dell'impianto probatorio raccolto in fase di indagini preliminari.