cronaca

84 le persone in terapia intensiva
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 In Liguria sono 340 i nuovi positivi su 4.707 tamponi molecolari. Il dato dei nuovi positivi è riferito alla residenza della persona testata Imperia (Asl 1) 35, Savona (Asl 2) 37, Genova 176, di cui Asl 3 132 e Asl 4 44, mentre a Spezia (Asl 5) 73. A questi si aggiungono19 non riconducibili alla residenza in Liguria. Da inizio emergenza sono saliti a 2.627 i decessi di persone positive al Coronavirus registrati in Liguria. Il report odierno diffuso dalla Regione riporta infatti 25 nuove vittime: si tratta di persone tra i 61 e i 97 anni, morte tra il 24 novembre e il 10 dicembre. In ospedale ci sono invece meno ricoveri: ad oggi sono 887, 20 in meno di ieri. Di questi, 84 sono in terapia intensiva.

"Ci stiamo avviando verso un Natale più sereno. Sebbene si debba sempre tenere alta l'attenzione e rispettare tutte le buone regole che ci siamo dati questa non può che essere una grande notizia. Pensate che nel picco di metà novembre abbiamo raggiunto quota 1600 posti letto occupati, che in meno di un mese sono praticamente dimezzati. E anche le terapie intensive continuano a calare, con 84 ricoverati", commenta il governatore Giovanni Toti.

"Purtroppo è ancora troppo altro il numero delle persone che ogni giorno piangiamo ed è per questo che dobbiamo essere rigorosi e non cantare vittoria contro un'emergenza sanitaria di queste dimensioni. Però è giusto anche ringraziare tutti i liguri per gli sforzi e i sacrifici che stanno facendo e che contribuiscono a questi risultati. E dire grazie ai nostri sanitari che, a tutti i livelli, stanno lavorando da mesi in prima linea contro il Covid", conclude il governatore.

Mentre Sarzana si dota di termometri touchless da installare sugli scuolabus e Rapallo fa il conto delle famiglie in difficoltà, sono a oggi 190 i nuclei familiari che ogni settimana ricevono prodotti alimentari e per l'igiene di prima necessità, si fanno i conti della disoccupazione. Secondo Istat, in Liguria c'è stato un calo di 11mila posti di lavoro nel terzo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Chi ha pagato il conto più salato sono i lavoratori dipendenti, ovviamente quelli i cui contratti erano in scadenza e non sono stati rinnovati.