“Non sono d’accordo, sono Giovanni di Pra’. Penso che il Gaslini avrebbe bisogno di una struttura più moderna e in Valpolcevera c’è sempre tanto bisogno di ospedali”.
Questa mattina, non appena abbiamo aperto il numero verde 800640771 di “Al servizio del pubblico” alle opinioni dei telespettatori, immediatamente sono piovute centinaia di telefonate sulla notizia lanciata in esclusiva dal sito Primocanale.it.
E il pubblico si è subito diviso. Una telefonata via l’altra al rientro dalla pubblicità. Pareri diversi. Ecco due esempi.
“Pronto? Buongiorno, sono Francesco da Savona. L’ospedale Gaslini in Valpolcevera sarebbe un’idea fantastica, però occorrono strade per noi che veniamo da fuori”.
“Sono Silvana. Spero solo che al posto dell'attuale Gaslini non si costruisca un nuovo… matitone”.
Insieme con le telefonate, nella nostra trasmissione del mattino, tra le 10 e le 13, arriva anche una valanga di messaggi whatsapp e mi ritaglio sempre un po’ di spazio per poterli leggere pubblicamente. Per esempio.
“Secondo me si potrebbero utilizzare gli spazi dell'ex manicomio di Quarto, soprattutto per la vicinanza al Gaslini, per la comodità con corso Europa e per allargare la disponibilità dei padiglioni pediatrici. Massimo”
“Trasferire il Gaslini? Giammai! Lorenza”
“Per il Gaslini sono di opinione positiva in quanto è in zona di future espansioni e spazi molto ampi difficili da trovare nel nostro comune. Luciana”
A un tratto, tra i possibilisti e i negazionisti si apre un terzo fronte. È una voce al telefono.
“Buongiorno, sono Maura e chiamo dal centro. Ben venga il nuovo Gaslini ma perché alienare l'attuale? Lasciamo l’ospedale dov’è e creiamo una nuova succursale, moderna, razionale, in Valpolcevera. Diversifichiamo le competenze. C'è tanto bisogno di ospedali, mi pare...”.
Certo, condivisibile. Ricordo agli ascoltatori che sui due piatti della bilancia stiamo posando in parti uguali i pro e i contro all’eventuale operazione e, mentre rivediamo l’articolo di Tiziana sul nostro sito, arriva la telefonata intrigante, quella che ci fa anche sorridere proprio perché, nella sua semplicità, sembra geniale.
“Pronto, dottor Cirone? Sono Aurelio da Castelletto. Scusate, se non ho capito male state parlando di spostare o meno un ospedale. Giusto?”
“Sì, certo” rispondo .
Aurelio prosegue: “L’ospedale è pediatrico, giusto?”
“Sì…”.
“Bene. Allora perché non chiedete il parere direttamente ai bambini”.
Sigla finale. A lunedì prossimo.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità