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Al via le consultazioni
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Dopo che Mario Draghi, ha accettato con riserva, dal presidente della Repubblica Mattarella,  l’incarico di formare il nuovo Governo, adesso l’attenzione si sposta sui possibili nomi di chi potrebbe farne parte.



Dai primi colloqui istituzionali è emerso come Draghi potrebbe seguire la strada di un Governo formato da politici, ma anche da tecnici, sperimentato per la prima volta dall’esecutivo Ciampi, che all’epoca, nel lontano 1993, non fece consultazioni, come invece farà Draghi in questi giorni, per trovare un punto di equilibrio.


E anche se è prematuro fare nomi, ci sono già le prime indiscrezioni su chi potrebbe andare a formare la squadra di governo. Fabio Panetta, membro della Bce, che gode di grandissima stima da parte di Draghi, potrebbe dirigere un ministero economico sia ad avere un ruolo chiave nella gestione del Recovery plan e del fondi europei che toccheranno all’Italia.


Roberto Gualtieri, attuale capo del Mef, nell’intenzione di Draghi, potrebbe gestire al ministero dell’Economia, la gestione dei 209 miliardi del Recovery plan che verrebbero lì dirottati.


Tra le altri nomi che circolano in queste ore ci sono l’ex presidente della corte costituzionale Marta Cartabia, che potrebbe finire alla Giustizia. Al ministero dell’Interno potrebbe essere confermata Luciana Lamorgese, come confermati potrebbero eseere anche sia Roberto Speranza, che Francesco Boccia, rispettivamente alla Salute e al rapporto con le Regioni.


Per quanto riguarda ministri dell’area Pd che non potranno mancare si fanno i nomi di Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. Sul fronte degli altri partiti, Italia Viva e Cinque Stelle, se decideranno di sostenere l’esecutivo, ci sono i nomi di Luigi Di Maio, che potrebbe anche cambiare dicastero per un tecnico come Elisabetta Belloni, oggi al vertice della diplomazia della Farnesina. Enrico Giovannini, come titolare del Lavoro, Carlo Cottarelli per un ministero economico, sarebbero altre opzioni in pista.

Draghi dovrà ovviamente fare i conti con i numeri nello scenario politico della futura maggioranza. Per Conte i consensi si erano fermati a quota 156, un numero che Draghi dovrebbe abbondantemente superare per portare avanti l’ambiziosa agenda disegnata Mattarella.