cronaca

La storia di Luca, con due dipendenti in cassa integrazione e nessun sostentamento
1 minuto e 18 secondi di lettura
Chiusi dall'11 novembre. Di questi tempi, sono tantissime le attività costrette a chiudere a causa della pandemia, da teatri alle palestre. Ma l'attività di Luca è un ristorante che da un controllo della polizia amministrativa non ha potuto più riaprire, nemmeno per fare asporto o delivery. Tutto questo per un cavillo, soltanto perché il ristorante si trova all'interno del circolo della Lega Navale genovese, al Molo Giano. 

"Non capiamo perché non possiamo aprire come tutti gli altri ristoranti se ci adeguiamo alle stesse modalità che la pandemia ci impone", si chiede il ristoratore Luca Romeo, intervenuto via Skype su Primocanale per raccontare la propria storia. "Tra l'altro, avendo un pubblico più ristretto di soci, la nostra clientela sarebbe ancora più controllata". 

E anche adesso con la Liguria in zona gialla, il ristorante è chiuso mentre i soci possono recarsi presso i propri posti barca. Ma per pranzare, devono andare in altri locali. E una data di riapertura ancora non c'è, si spera nel 5 marzo con il nuovo Dpcm. "Ho due dipendenti in cassa integrazione a cui non so più cosa dire perché non so quando e in che modalità apriremo", spiega Romeo. "Non so nemmeno più cosa dire a mio figlio, dato che io e mia moglie lavoriamo entrambi nel ristorante e siamo a casa da quasi tre mesi, senza alcun sostentamento se non la generosità e la solidarietà dei soci della Lega Navale". 

(Foto d'archivio)