Sono le parole di Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona di piazza Colombo, a Genova, che ha dato vita, insieme a molte donne a un presidio, in Piazza Colombo, contro la violenza sulle donne, dopo l'omicidio di Clara Ceccarelli, 69 anni, accoltellata a morte all'interno del suo negozio di pantofole dal suo ex compagno Renato Scapusi, 59 anni, artigiano disoccupato con problemi psichiatrici e di ludopatia.
Alla manifestazione donne con tanti fiori e tante mimose, e anche tanti colleghi, negozianti della zona, e abitanti. Tanti uomini, che non si riconoscono nei killer che ammazzano le donne. Più di 200 persone hanno partecipato.
Numerosi gli striscioni appesi fuori dal negozio di Clara che resta con la saracinesca abbassata e dove si legge "Non è un raptus ad ucciderci, basta crederci!!! #ioticredo #changeyoutoo" e ancora "L'uomo violento va giudicato, non credere alle donne è femminicidio di stato". Con megafono alla mano si chiede di mettere fine ai femminicidi: "E' un diritto dire di no a una relazione tossica, quella di Clara è la storia di tante donne che dicono no e che i padri, i mariti, i fratelli, i compagni le perseguitano. Le donne hanno la libertà come gli uomini, non sono un possesso, ciao Clara".
Gli ultimi dati Istat mostrano che, se da un lato il numero totale degli omicidi è diminuito, dall’altro sono cresciuti o rimangono costanti i casi delle donne uccise in ambito familiare da mariti, fidanzati o ex conviventi. Da uomini che non accettano il volere delle donne.
A Genova nel 2020 sono stati ben 4 i femminicidi. "La violenza maschile sulle donne è un fenomeno trasversale le cui cause sono da ricondurre ad uno storico squilibrio di potere tra uomini e donne e ad una concezione della relazione tra i generi che nega alla donna il diritto all’autodeterminazione. Il femminicidio non è causato da raptus di follia o momentanee perdite di controllo ma è preceduto spesso da un periodo più o meno lungo di violenze e maltrattamenti" dice Caccioni.
“Sono necessarie e improrogabili azioni politiche di sostegno e protezione delle donne in attuazione di quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul, come continuiamo a ripetere da anni. Quanto è successo coinvolge tutti e tutte Solo attraverso un lavoro di rete possiamo promuovere un concreto cambiamento culturale che possa contribuire all’avanzamento dei diritti delle donne", ha concluso Caccioni.
IL COMMENTO
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