sport

Da Cavi di Lavagna a Pietrasanta, dalla neve della via Francigena fino alle porte della Capitale
2 minuti e 19 secondi di lettura
Zaino in spalla, sandali ai piedi e tanta determinazione. Questa l'attrezzatura con cui Ercole Battistone, proprietario di una palestra genovese, ha dato il via alla propria protesta pacifica attraverso un pellegrinaggio che dalla Liguria è terminato fino a Roma in poco più di due settimane.


"Sono il gestore di una palestra da 6 anni, ma comunque ho sempre lavorato nel mondo dello sport. Ho pensato a questo tipo di protesta pacifica con un senso solidale, per rappresentare non solo i proprietari di centri sporitvi ma anche gli stessi utenti, perché in questi anni mi sono accorto che anch'essi hanno compreso il beneficio di fare sport."

 
Un viaggio attraverso l'Italia insieme alla bandiera tricolore del nostro Paese, come se ad accompagnare Ercole ci fossero anche tutti quelli che hanno a cuore il mondo dello sport: "Firmatemi la bandiera, vi porto a Roma con me"

 
Prima tappa Cavi di Lavagna vicino alla galleria Sant'Anna, verso Sestri Levante: "Già in molti mi hanno firmato la bandiera, sta avendo grande successo."
 
 
Seconda tappa, Pietrasanta sulla via Francigena: "Sono uscito finalmente dalla Liguria, la parte difficile è stata superata. In questo viaggio non sono solo, sento l'appoggio di tante persone, perfino da Dubai!" 
 
 
Nemmeno la neve ferma il nostro Ercole, che riesce perfino a guadare fiumi e continuare il viaggio in sandali: "Ho scoperto che la Francigena d'inverno non si fa. Adesso sto andando verso Siena e fa molto freddo.E' molto dura ma grazie all'aiuto delle persone mi sento più determinato di prima."
 
 
Cinque giorni dopo, finalmente si arriva nel Lazio: "Ho passato il lago di Bolsena, sto andando verso Montefiascone. Mancano più o meno 100 chilometri ma le scarpe non le metto! Le ferite non me lo permettono. Sono dimagrito tantissimo e ho fatto così tante salite da avere un fondoschiena d'acciaio!"
 
 
Dopo tanto freddo, finalmente il sole: "Manca poco ormai, mi trovo a Campagnano alle porte di Roma. Domattina vorrei andare all'Angelus per far benedire la bandiera. Lunedì invece tocca al Ministero dello Sport. Faccio un appello a tutte le società di ogni sport e di ogni livello: "Uniamoci e aiutiamoci: il nostro è un settore che può morire o può rinascere. Dobbiamo sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema".


Ercole Battistone è riuscito in un'impresa mai realizzata,
ha affrontato con coraggio e determinazione tutte le difficoltà ed i momenti in cui è mancata la volontà di proseguire. A dargli lo stimolo giusto anche l'affetto dei suoi cari e della sua città: "Spero di tornare presto a Genova per portare una rosa a mia moglie".