![](https://www.primocanale.it/materialiarchivio/immagininews/20210325151155-ente_bacini_ok.jpg)
“Con questa iniziativa il porto, ma anche il Governo in cui il ministro Cingolani ha giocato un ruolo decisivo, hanno certificato ciò che noi sosteniamo da anni – dice Cesana – le riparazioni navali sono un insediamento industriale fortemente inquinante e incidono sulla salute di 230mila genovesi. Abbiamo mandato al ministro Cingolani una grande quantità di documenti che lo dimostrano, aggiungendo un dossier in cui sono descritte tutte le esperienze internazionali di attività analoghe: ovunque i bacini di riparazione navale sono o lontani dai centri abitati oppure coperti”.
L’avvocato Cesana aveva risposto con una lettera (QUI) all’intervista di Primocanale al presidente di Ente Bacini Vianello (QUI): “Contestai le sue dichiarazioni ma voglio precisare che non è nostra intenzione interferire negativamente sull’operatività delle riparazioni navali; noi non vogliamo togliere nemmeno un’ora di lavoro a questa attività ma pretendiamo che essa sia rispettosa della salute di così tanti cittadini”.
Un aiuto prezioso è arrivato dalla politica: “Abbiamo interloquito trasversalmente con gli esponenti di tutti i partiti – conclude Cesana – e ancora avremo bisogno della loro attenzione nella fase di attuazione di questo progetto. Desidero ringraziare, per essersi particolarmente spesi, l’onorevole Edoardo Rixi e il presidente del municipio Centro Est Andrea Carratù”.
Per guardare la video intervista al presidente del comitato Porto Aperto Pietro Cesana CLICCA QUI
IL COMMENTO
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