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Incontrando i giornalisti allineati davanti alla sede della segreteria romana in via del Nazareno, Letta si è soffermato pensoso nell’analisi del nome: “Anche noi abbiamo cambiato il nostro nome almeno dieci volte, ma continuiamo a essere poco efficaci con la nostra vaccinazione. Una volta bastava un banchetto al Festival dell’Unità, dietro al palchetto con le bandiere rosse, poi, quando il banchetto lo abbiamo chiamato “point” e le bandiere si sono scolorite, nessuno si è fatto più inoculare da noi. Non abbiamo più inoculato nessuno”.
Continua Letta: “È capitato anche che, se pur vaccinati col Pd, tanti di noi, un gregge di pecoroni, siano passati a Italia Viva, una farmaceutica multinazionale con capitali arabi”.
È un Enrico Letta amaro quello che conclude: “Ero a Parigi, alla Sorbona e, umilmente, mi sono messo a disposizione qui, a Roma. Ma devo constatare che dobbiamo ancora fare dei passi avanti. Se il vaccino di AstraZeneca cambia nome, è pur sempre un nome al femminile. Ecco perché noi dobbiamo fare assolutamente un passo avanti, per lo meno, prima del prossimo richiamo alle elezioni. Suggerisco, democraticamente, femminilmente, il ‘Vaccino Debora”.
IL COMMENTO
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