Il Covid non ha fermato il teatro in carcere. Mentre il mondo della cultura sta soffrendo a causa della chiusura dei teatri, all'interno della Casa Circondariale di Genova Marassi l'associazione Teatro Necessario è riuscita a confezionare lo spettacolo che sarebbe dovuto andare in scena l'anno precedente, saltato a causa del lockdown. Nonostante le difficoltà, il progetto che vede attori e detenuti insieme nello spazio del Teatro dell'Arca è ripreso a settembre ed è pronto ad andare in scena, seppur in streaming, sulla piattaforma OnTheatre, a partire da martedì 13 aprile.
"Profughi da tre soldi" era nato a settembre 2019 da una variazione compiuta su Bertolt Brecht. Ogni anno all'interno del carcere, infatti, viene formata una speciale compagnia che ad aprile era solita esibirsi nei principali teatri cittadini, in una platea sempre sold out tra scolaresche e cittadini. Nel 2020 il Covid aveva tolto la possibilità di andare in scena, ma a settembre il regista Sandro Baldacci si è rimboccato le maniche e ha formato un nuovo gruppo di lavoro, formato per il 90% da detenuti stranieri. Con Fabrizio Gambineri e l'attore Igor Chierici, il testo è poi stato rivisto e modificato con storie di cronaca e attualità. Oggi lo spettacolo racconta il dramma che molti ospiti della struttura hanno vissuto sulla propria pelle prima di arrivare in Italia.
Nel cast anche le attrici Cristina Pasino, Michela Gatto e Filippo Di Duca, un bambino di 11 anni che durante la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo, avvenuta online, ha descritto con queste parole l'esperienza di un anno intero: "Prima di entrare tra queste mura, hai un'idea completamente diversa di quello che può essere un carcere. Una volta iniziate le prove, ho incontrato un gruppo di amici che vive momenti difficili e gioie assieme: mi ricorderò per sempre quando è arrivata la notizia che uno di loro sarebbe stato rilasciato, è stata un'emozione fortissima per tutti".
L'obbiettivo di questo progetto che opera da più di 12 anni all'interno della casa circondariale è da un lato di mettere in connessione la città con una realtà di cui si conosce poco, dall'altro promuovere l'integrazione e la riabilitazione dei detenuti attraverso la messa in scena dello spettacolo, il confronto con attori e pubblico esterno, i corsi di illuminotecnica e scenografia. Per quest'anno non è stato possibile il dialogo dal vivo con i ragazzi delle scuole e il momento dell'incontro, ma lo spettacolo, dai contenuti forti, si propone comunque di mettere in luce non solo il lavoro di questa particolare compagnia teatrale, ma anche di tutte le forze di polizia penitenziaria.
La trama non può essere più attuale di così: In uno scenario tristemente contemporaneo, popolato da profughi provenienti dal Nord Africa così come da altri Paesi, due contrapposte personalità accolgono i nuovi arrivati in una sgangherata struttura di accoglienza: la direttrice, una donna disincantata, con una scorza dura a proteggere un’anima gentile, e un inviato del Ministero dell’Interno, uomo corrotto e profittatore che mal dissimula il suo reale obiettivo: instradarli verso il mondo della delinquenza e dell’accattonaggio al solo scopo di trarne notevoli profitti personali. Qui si intrecciano paure, storie di orrori e di separazioni, speranze, lingue, religioni, cicatrici, vendette e afflati di solidarietà. Per vedere lo spettacolo, sarà sufficiente fare un'offerta simbolica in segno di sostegno all'associazione.
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Il Covid non ferma il teatro in carcere, a Marassi il primo spettacolo in streaming
Niente pubblico dal vivo, ma ecco "Profughi da tre soldi" disponibile online
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