cronaca

Medusei cita 'Arrendersi o perire!' del futuro presidente della Repubblica
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 "Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire". E' il proclama radiofonico di Sandro Pertini, diffuso il 25 aprile 1945, ricordato dal presidente del Consiglio regionale della Liguria Gianmarco Medusei stamani durante la seduta solenne dell'assemblea per ricordare il 76esimo anniversario dalla Liberazione e dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia. Per il secondo anno consecutivo la seduta si è svolta in videoconferenza a causa della pandemia covid.


"Nell'imminenza dell'anniversario della Liberazione nazionale, questa assemblea legislativa, come ogni anno, intende onorare quello che fu il momento più significativo della nostra storia nel corso del '900 riunendosi per condividere con le massime autorità regionali e la cittadinanza tutta una riflessione sul tema - sottolinea Medusei -. Il 25 aprile 1945 con un comunicato radiofonico destinato ad entrare nella Storia Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, proclama a nome del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia l'insurrezione generale e la liberazione di Milano. Un anno più tardi a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile è dichiarato festa nazionale".


"Ricordato fin dalla sua istituzione come giorno di festa, il 25 aprile del 1945 fu nei fatti vissuto in modo assai diverso nei singoli territori. - afferma Medusei - Non fu festa a Savona dove i cecchini appostati sui tetti quel giorno uccisero numerosi civili tra cui donne e bambini. A Genova, il 25 aprile si combatteva in piazza De Ferrari come pure nelle delegazioni. La storica resa del generale Gunther Meinhold sarebbe stata firmata solo alla sera. A Imperia invece i tedeschi in ritirata verso il Piemonte abbandonavano la città e anche la Spezia aveva già visto sfilare le truppe alleate in risalita dalla Toscana. Segno evidente della ormai prossima fine del conflitto". "Ovunque però i giorni della Liberazione furono giorni frenetici e convulsi in cui i dolorosi epigoni di una guerra anche civile si intrecciarono con uno slancio, un'energia, un entusiasmo mai vissuti prima. - aggiunge il presidente - Quella festa, iniziata forse in sordina sull'onda del passaparola e confermata dal passaggio delle truppe alleate fa parte del patrimonio identitario della nostra terra. Per il sentire popolare terminava, dopo quasi un lustro, il più grande massacro della storia. Per la Storia questo si sarebbe concluso tragicamente solo qualche mese più tardi sotto i cieli di Hiroshima e Nagasaki".


L'intervento di Medusei è stato seguito dall'orazione ufficiale di Amedeo Osti Guerrazzi, storico del fascismo e della Shoah in Italia.