cultura

Iren ha aperto le porte a Primocanale per una visita speciale a 100 anni dalla nascita di Lele
3 minuti e 16 secondi di lettura
C'è un tesoro nascosto e bellissimo in quella che oggi è una palestra per i dipendenti di Iren, per i soci del Cral e per i residenti della Val Bisagno: sono loro i fortunati che possono allenarsi sotto i grandi disegni del maestro Emanuele Luzzati, che realizzò una delle sue prime grandi opere proprio su queste pareti. In occasione del centenario della nascita del noto artista genovese, Primocanale ha avuto l'opportunità di entrare con le sue telecamere all’interno della sede delle Gavette e raccontare al pubblico un inedito Lele, giovanissimo, ma già riconoscibile dai suo tratti.

"Il 25 aprile del 1951 venne inaugurata la nuova sala mensa di Amga, il nome tradizionale dell’azienda che distribuiva il gas nella città di Genova e che oggi è diventata Iren”, spiega Daniela Bergamotti di Fondazione Amga. "Per l’occasione, vennero commissionate le decorazioni a Dario Bernazzoli e Lele Luzzati: oggi in parte quest’area è tornata alla sua funzione originaria, in quanto con il Covid sono stati allestiti nuovamente dei tavoli per dare modo a tutti di fare la pausa pranzo mantenendo le distanze di sicurezza".

Il tema dei graffiti è il lavoro: dalle origini con Adamo ed Eva fino alla grande modernità per l’epoca dell’automazione e alla festa del tempo libero. "Luzzati in particolare si dedicò alle scene dell’artigianato: in quel momento era molto interessato a valorizzare il rapporto tra l’artigianato e l’artista, ribadendo il rapporto tra la creatività e l’uso delle mani, la carta, i tessuti, il collage", spiega la storica dell’arte Flavia Cellerino, che ci guida in questa visita privata e unica nel suo genere. "In quegli stessi anni iniziò a lavorare come scenografo e maturò le sue convinzioni che si traducono anche nella scelta di un materiale anomalo, come il cemento che viene grafito, una tradizione tipicamente rinascimentale. Questa tecnica viene riproposta all’interno su un bel rosso mattone che riprende il colore delle palazzine all’esterno".

E al Rinascimento guardano proprio le figure disegnate da Luzzati, dalle linee spigolose e dai profili che ricordano il suo universo di personaggi: le tessitrici, la ceramica fiorentina e la stampa. C’è anche un candelabro a sette braccia, la Menorah, che ricorda le sue origini ebraiche. I suoi disegni spiccano su quelli di Bernazzoli, decisamente dai tratti più morbidi. Genova è la grande protagonista, che viene ritratta sullo sfondo del lavoro portuale e che viene omaggiata come fucina di innovazione e avanguardia per l'epoca, dalla siderurgia all'industria idroelettrica". 

Oggi lo scenario che si presenta è davvero suggestivo e curiosto, tra materassi blu, i nastri di ginnastica artistica, le spalliere, ma anche i tavoli distanziati.  "Le sale sono in gestione del Cral grazie ad un accordo aziendale e  la palestra è intitolata al primo presidente del Circolo ricreativo, Rollero. Questa sala ha una lunga storia: un tempo qui organizzavamo i pranzi per i ragazzi delle famiglie meno abbienti, come alla Befana", ricorda Gino Gualandri, attuale presidente del Cral. "Qui abbiamo fatto tanti eventi per il quartiere, anche degli spettacoli teatrali. Con l'avvento della pandemia abbiamo rimesso i tavoli come un tempo per consentire il distanziamento". 

Lele Luzzati rappresenta una presenza importante per la Val Bisagno che custodisce altre tracce dell'eredità che ha lasciato alla città di Genova. Ne è orgogliosa Barbara Comparini, assessore alla cultura del municipio Media Val Bisagno: "Proprio qui durante il Festival della Scienza avevamo portato i bambini a riprodurne i disegni, a tenere un po' della sua arte nelle mani". E anche noi abbiamo potuto apprezzare per un po' con il naso all'insù i disegni che per 70 anni hanno accompagnato momenti dell'azienda e di convivialità nel quartiere.