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Gli avvocati degli accusati sottolineano incongruenze nella ricostruzione
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Si è sentita tradita, ingannata e poi umiliata. Le accuse della ragazza ventenne sullo stupro di gruppo subito a fine maggio in un appartamento di Siena viene estrapolato dal suo racconto agli inquirenti che hanno già messo agli arresti domiciliari il giocatore del Genoa Manolo Portanova e altre due persone che avrebbero commesso le violenze sulla studentessa. La stampa locale toscana ha ripreso alcuni passaggi.

La ragazza era convinta di avere un incontro solo con Portanova e si è recata con un’amica nella casa dove in realtà avrebbe poi scoperto la presenza di altre persine. Lei avrebbe avuto alcuni momenti per qualche effusione col giocatore da cui era attratta, ma poi poco dopo - secondo il racconto della ventenne - la serata sarebbe diventa drammatica. Parla di flash, di video registrati dagli amici con lei circondata dai tre ragazzi. Avrebbe chiesto aiuto all’amica ma era in un’altra stanza. Quando è finita era in lacrime, senso di nausea. Uno choc, insomma.

All’indomani ha condiviso la violenza con poche amiche. Doveva andare in ospedale per segnalare gli abusi e iniziare il percorso del ’Codice rosa’ per chi subisce violenze. Il primo giugno la ragazza era al policlinico – gli accertamenti tutti negativi anche sull’uso di sostanze –, il 4 giugno in Questura per la denuncia che ha portato agli arresti i tre. I difensori degli accusati contestano quanto dichiarato dalla ragazza per molte incongruenze nella narrazione dei fatti.