
Resta che il centrocampista offensivo danese, protagonista di un ottimo Europeo, difficilmente giocherà il prossimo anno in maglia blucerchiata. Avevano ragione i suoi mentori del Nordsjelland a paragonarlo a Laudrup, aveva avuto ragione Pecini - ora passato allo Spezia - a individuarlo, ingaggiarlo e bruciare la concorrenza. Non è stato pagato poco, 6,5 milioni, ma si è trattato di un colossale investimento. Quello che nella gestione precedente non sempre venne fatto, tanto da produrre anno dopo anno non già utili ma disavanzo. Si dice che gli osservatori avessero notato gente come Hamsik, Cavani e Pastore molto prima di Corioni e Zamparini, senza però poterli prendere. Adesso la musica è cambiata, la Sampdoria è diventata uno showroom di giocatori presi dappertutto a condizioni accettabili e rivenduti a caro prezzo, con Damsgaard pronto a seguire i vari Schick, Skriniar e Torreira nel loro percorso.
IL COMMENTO
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