cultura

“A Genova ho passato i 15 anni più importanti della mia vita, sono lo stesso trovatore di sempre”
1 minuto e 45 secondi di lettura
"Qui a Genova ho passato i 15 anni più importanti della mia vita e il Cannone lo avevo già visto, anche se non all'interno di queste belle sale Paganiniane. È sempre bello vederlo dal vivo, ammirare i segni della mano sinistra e della mano destra. Il nome si addice alla potenza di questo strumento".

 
È un ritorno alle proprie origini quello di Angelo Branduardi che torna a Genova dopo 6 anni di assenza dal palcoscenico ligure e che a Genova ha studiato al conservatorio intitolato proprio al grande Niccolò Paganini. Il grande compositore e musicista festeggerà all'Arena del Mare i suoi 45 anni di carriera, ospite del Palco sul mare Festival il 5 agosto alle 21, ma si è concesso prima una visita ai tesori di Palazzo Bianco e Palazzo Tursi. "Sarà un concerto corposo, più di due ore dove rivisiteremo tanti pezzi conosciuti e a sorpresa ci sono due inediti", spiega Branduardi. "Uno è un pezzo drammatico, l'altro l'opposto, ma sono le uniche due cose che sono riuscito a fare in questo lungo anno e mezzo, dove pensavo di essere l'unico a non riuscire più ad ascoltare musica, ma poi è stato così per tanti altri artisti".
 
 
È stato un anno silenzioso, difficile, a tratti esasperante per coloro che operano nella musica. "Adesso ci sarà un assalto natalizio, duecentomila dischi da cui io mi ritraggo onorevolmente. Il periodo è quello che è, un anno e mezzo di fermo drammatico. Per i tecnici lo è stato ancora di più perché l'indotto è rimasto fermo e gli aiuti sono stati pochi".

 
 
Branduardi è lo stesso "trovatore" di sempre nella città dei cantautori che tanto lo ha ispirato. A Genova dedica "Confessioni di un malandrino" perché all'epoca viveva nell'angiporto, accanto a contrabbandieri e prostitute, come ama raccontare lui. E adesso con lo sfondo del Porto e della Lanterna ripercorrerà le sue canzoni immortali per molte generazioni da "Alla fiera dell'est" a "Il ciliegio".