cronaca

Dalle commemorazioni ai disastri sulle autostrade liguri
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Si avvicina la data che ogni genovese e ogni ligure avrà per sempre impressa nella mente. L’anniversario del crollo del ponte Morandi sarà sempre un giorno della memoria: il ricordo delle vittime, prima di tutto; il ricordo delle emozioni, drammatiche, vissute da tutti la vigilia di ferragosto in quel maledetto 2018; il ricordo delle conseguenze per tutti: per chi ha perso la casa, per chi ha perso il lavoro, per chi ha dovuto convivere per mesi con una città immersa nel dolore, seppur nella voglia di ripartire, e nel caos che mai si è fermato.

Ed è proprio quest’ultimo aspetto che, oggi, ci appare ancora mai superato, forse neppure mai affrontato veramente. La triste verità è che le conseguenze, non del crollo, ma di quello che l’ha provocato, sono ancora presenti in tutto e per tutto in Liguria. La mancata manutenzione delle autostrade è quello che ci è apparso in tutta la sua tragicità in quel devastante 14 agosto. E oggi conviviamo con quello che per anni non è stato fatto.

Appena due giorni dopo il giorno delle commemorazioni, vivremo altri dieci giorni, come minimo, in cui Genova e la Liguria rischieranno la paralisi totale. La chiusura di una carreggiata tra Aeroporto e Prà provocherà code chilometriche. Avremo ancora fresche e impresse le immagini della commozione durante le cerimonie per l’avvio dei lavori per il memoriale delle vittime sotto il ponte San Giorgio, e ci ritroveremo incolonnati, fermi anche sul nuovo viadotto, con la percezione che nell’impotenza più totale dobbiamo ancora pagare la gestione delle autostrade dei Benetton guidate da Castellucci. Lo faremo dal 16 agosto, per dieci giorni. E poi ancora per mesi, per anni.

Come Primocanale denuncia da molto tempo, dopo le commemorazioni si torna ancora al 13 agosto del 2018, con il ponte in più, ma tutto il resto del sistema da mettere a posto: la rete autostradale fuori dalle normative europee sulla sicurezza, altre ispezioni, manutenzioni da fare, cantieri da aprire.

Il 14 arriveranno a Genova le autorità dello Stato: e chissà se avranno parole per commentare l’operazione che porterà altri miliardi nelle casse di chi ha ridotto così le autostrade, per metterle in mano allo stesso Stato che dovrà risistemarle sulla pelle dei liguri.