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La storia è breve: i responsabili della cooperativa hanno piantato della canapa legale nel loro orto sociale. Non hanno violato alcuna legge, perché quelle foglie non sono sostanze stupefacenti, ma hanno comunque urtato diverse sensibilità: soprattutto quella dell’amministrazione comunale che ha garantito alla cooperativa quello spazio e non si aspettava di vederlo occupato da un’iniziativa che profuma di provocazione per aprire il dibattito sulla liberalizzazione delle droghe leggere.
Una primaria fonte di Tursi ha definito l’iniziativa della cooperativa una “vergogna”: i rapporti tra la coop e il comune si erano già fatti tesi in passato a causa di diverse iniziative a favore della galassia Lgbt ma sono deflagrati con la storia della cannabis.
“La concessione parla chiaro – spiega l’assessore al patrimonio, competente nei rapporti con i concessionari, Stefano Garassino – negli spazi pubblici non si possono fare campagne che siano divisive e provocatorie: la questione della liberalizzazione delle droghe leggere non va banalizzata come invece accade con questa iniziativa. E’ impensabile che uno spazio comunale venga usato in questo modo, non ne sapevamo nulla, so che l’assessore Piciocchi ha chiesto e ottenuto la rimozione di quest’orto”.
IL COMMENTO
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