sport

Da Cosmi a Gasperini, da Malesani a Ballardini: ecco la capsula del tempo del presidente rossoblù
3 minuti e 25 secondi di lettura
Nel luglio 2003 Enrico Preziosi, imprenditore dei giocattoli, secondo in Europa nel settore, acquista il Genoa. Un’avventura che arriva ai 18 anni che potrebbe finire a breve visto che è pronta la cessione del club rossoblu al fondo americano 777 Partners. Da capire ancora però il ruolo che manterrà nella società visto che proseguirà come consulente dei nuovi dirigenti. D’altronde la storia col Genoa di Preziosi è stata sempre al limite e nel bene e nel male i tifosi non si sono fatti mancare nulla, tra sogni, delusioni, drammi sportive, gioie e salvezze.



Fin dal suo arrivo nel 2003, i colpi di scena non sono mancati. È l’anno in cui il Genoa fu ripescato per un illecito sportivo del Catania. Squadra in B grazie alle retrocessioni bloccate. La stagione seguente fu di assestamento. Nel campionato 2004-2005 il Genoa invece con Milito, Stellone e compagni con Cosmi allenatore, raggiunse il primo posto della Serie B ma la promozione in massima serie fu annullata a causa di un tentativo di corruzione ai danni del Venezia e i liguri furono così retrocessi in terza serie con tre punti di penalizzazione. Uno shock drammatico avvenuti mentre la formazione affidata a Guidolin si stava allenando nel ritiro di Neustift. Dalla A alla C: una catastrofe. Ma Preziosi una sera davanti ai tifosi in Piazza della Vittoria gridò mi famoso “Non mollo” e riconquisto la gente.


L'anno dopo, comunque, i rossoblù tornarono in B classificandosi secondi alle spalle dello Spezia nel girone che portò il gruppo di Vavassori (richiamato) a giocarsi i terribili playoff vinti a fatica con la Salernitana e il Monza. Nel campionato seguente ecco in panchina Gian Piero Gasperini che stupirà tutti in una serie B particolare per la presenza della Juventus retrocessa per via di Calciopoli. I rossoblu compiono l’impresa della promozione in A assieme al Napoli all’ultima giornata con lo 0-0 finale che scatena la festa per tutti.


Nella stagione 2008-2009 i rossoblù si classificarono con 68 punti al quinto posto, che garantiva l'accesso all'Europa League, tornando nelle competizioni continentali dopo diciotto anni. Era il Grifone si tutti di Milito, Thiago Motta e Ferrari. Ceduti però a giugno. La stagione seguente il Genoa non superò la fase a gironi della seconda competizione europea ma, per la prima volta nella storia, la formazione "Primavera" del Grifone vinse il Campionato Primavera con Chiappino e col baby Perin.

 
Seguono tornei grigi con tecnici deludenti come Malesani. Nella stagione 2014-2015 nuovamente con Gasperini il Genoa ottenne il sesto posto con 59 punti in classifica, posizione che le avrebbe consentito l'accesso all'Europa League 2015-2016, che non ottenne a causa della mancata acquisizione della licenza UEFA. Fu una botta tremenda per tutto il mondo rossoblu anche perché in Europa ci arrivo la Sampdoria ripescata perché settima. Nella stagione 2015-2016, sempre con Gian Piero Gasperini in panchina, la squadra si piazzò all'undicesimo posto in classifica, raggiungendo il proprio record di permanenza in Serie A (10 anni consecutivi). Ma il Gasp andò alla fine all’Atalanta e di fatto inizio un altro declino anche perché fu chiaro che Preziosi dovete ricorrere a cessioni continue in nome delle plusvalenze utili a salvare il bilancio.


Le annate seguenti non furono esaltanti; gli unici alti vi furono con Davide Ballardini - lui mandò in B i blucerchiati - che prese la guida dei rossoblù per due volte nel corso dei campionati 2017-2018 (poi esonerato troppo in fretta) e 2020-2021, In mezzo due salvezze rocambolesche all’ultima giornata. Soprattutto con Prandelli a Firenze (Empoli in B grazie al ko con l’Inter) e poi con Nicola col Verona in casa, retrocesso il Lecce. Una lunga epopea sull’ottovolante delle emozioni senza dimenticare il caso Venezia e altri fatti che portarono alla rottura tra il presidente e la Gradinata Nord. Ora si aprirà una nuova pagina con Preziosi che si è arroccato nella trincea della lunghissima permanenza in A, meritando l’appellativo di “inaffondabile”.