Green Pass per i lavoratori nei luoghi dove è già richiesto e mezzi pubblici: i nodi da sciogliere

Mentre nelle piazze italiane si continua a protestare contro il Green Pass, ai vertici a Roma si sta andando verso la direzione opposta: l'ipotesi di estendere l'obbligo di certificazione verde per alcune categorie lavorative si fa sempre più concreta. Le prime ad essere coinvolte dovrebbero essere per tutti coloro che lavorano nei luoghi dove è già richiesto: bar, ristoranti, piscine e palestre, luoghi della cultura, musei, teatri, centri termali, aerei, treni, pullman. Fino ad adesso non era stato sancito l'obbligo di Green Pass per tutti coloro che lavorano in questi luoghi, ma da ottobre potrebbe essere in vigore un nuovo decreto che lo stabilirà. A loro si aggiungono il personale che opera all'interno della scuola e dell'università, mentre per i sanitari è previsto l'obbligo vaccinale. 

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Anche per il trasporto pubblico locale, per gli autisti e per i passeggeri, potrebbero cambiare le regole. Ma il nodo da sciogliere ancora resta quello del controllo sui mezzi pubblici, controllo che con il personale attualmente presente non potrebbe mai essere capillare ed efficiente come per i viaggi a lunga percorrenza. Di tutto questo si discuterà in un incontro tra sindacati e imprese fissato per lunedì 6 settembre. L'obbiettivo a livello nazionale è di raggiungere entro fine settembre l'80% degli italiani completamente vaccinati. Su questo è stato molto chiaro il premier Mario Draghi, che poi si è detto aperto sia all'obbligo vaccinale sia alla terza somministrazione di vaccino.

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Del resto, il timore di una quarta ondata c'è e si vuole arrivare pronti per evitare nuove chiusure. Resta però lo zoccolo duro di una minoranza che non vuole fare il vaccino e che continua a scendere in piazza per protestare contro l'obbligo di Green Pass. Il bilancio di questa prima settimana di settembre è di una partecipazione alle manifestazioni in calo rispetto alle precedenti che si sono tenute nelle settimane scorse. A creare divergenze è stata l'iniziativa del canale Telegram "Basta Dittatura", che ha promosso una protesta nelle stazioni italiane con l'obbiettivo di bloccare la circolazione ferroviaria. Ma il reato di interruzione di pubblico servizio e le forze dell'ordine in campo hanno frenato l'adesione all'iniziativa. 

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C'erano comunque oltre 200 partecipanti al corteo di Libera Piazza Genova, più moderato e slegato dal canale di "Basta Dittatura", che da diverse settimane organizza le manifestazioni del sabato pomeriggio per esprimere il proprio dissenso. Tanti docenti e studenti universitari hanno partecipato attivamente per far sentire la propria voce. Da Piazza De Ferrari, i manifestanti hanno toccato i luoghi "simbolo", dalla sede dell'Università di Genova in Via Balbi alla stazione di Genova Piazza Principe fino alla statua di Gandhi al Porto Antico, considerato l'emblema di pace e delle lotte per la libertà

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Se da un lato c'è chi continua a chiedere la libertà di scelta, dall'altro c'è chi vorrebbe preservarla con i tamponi rapidi salivari e gratuiti. Attualmente per ottenere la certificazione verde senza aver fatto un vaccino si può fare un tampone molecolare o un tampone antigienico rapido in farmacia al costo di 15 euro, mentre per gli under 18 è di 8 euro. Di recente, è stato anche approvato il tampone salivare molecolare: il campione di saliva deve essere prelevato in laboratorio e i risultati arrivano entro le 24 ore successive. Inoltre, il costo varia, ma si attesta alla fascia di prezzo dei tamponi molecolari. Italexit e Alternativa c'è nell'ultimo presidio hanno chiesto che vengano riconosciuti come validi anche i tamponi salivari rapidi, che hanno costi già adesso inferiori in commercio e che darebbero il risultato dopo poco tempo.