cronaca

L'unione nazionale consumatori chiede intervento del governo per ridurre le accise
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In un anno in media per singola auto una spesa in più pari circa a 338 euro per la benzina e di 299 euro per il gasolio. I dati forniti dal ministero della Transizione Ecologica fotografano un aumento del prezzo dei carburanti. In un anno (da settembre 2020 a settembre 2021) si registra un aumento pari a un +20,3% per la benzina e del 19,7% per il gasolio. Per la benzina si torna ai valori registrati sette anni fa.

Se in questi giorni l'attenzione è tutta per la questione di luce e gas c'è anche un altro tema caldo e caro agli italiani, in tutti i sensi: quello del prezzo del carburante che continua a salire. L'unione nazionale consumatori registra l'impennata avuta nel corso dell'ultimo anno e chiede al Governo misure rapide per contrastare gli aumenti.

Si parla di medie nazionali. Nel settembre del 2020 il prezzo per la benzina era di 1,38 euro al litro, un anno dopo viaggia sul 1,67 euro. Per il gasolio aumento leggermente inferiore, ma abbastanza netto: da 1,26 euro al litro del settembre 2020 al 1,51 euro del settembre 2021.

"Bisogna che il Governo intervenga non solo su luce e gas, ma anche sul caro benzina, riducendo le accise sui carburanti - spiega l'unione nazionale consumatori -. Queste tre voci rischiano di far schizzare verso l'alto l'inflazione con ripercussioni sul potere d'acquisto delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi. La benzina, arrivando a 1,671 euro al litro, raggiunge un record dal 27 ottobre 2014, ossia quasi 7 anni fa, quando svettò a 1681 euro al litro, mentre il gasolio, toccando i 1,517 euro al litro, raggiunge il valore massimo dal 27 maggio 2019, quando si attestò a 1.525 euro al litro" denuncia l'unione nazionale consumatori in una nota.

Sotto i riflettori tornano le accise viste come i fattori su cui lavorare per mettere un freno all'aumento del prezzo. La lista di accise è lunghissima e parte dal finanziamento della guerra d’Etiopia (1935-1936) con un’accisa di 1,90 lire (0,000981 euro) prosegue con il finanziamento della crisi di Suez del 1956, comprende il disastro del Vajont del 1963, l'alluvione di Firenze del 1966, i terremoti del Belice, del Friuli, dell'Irpinia fino ai più recenti che hanno colpito l'Aquila e l'Emilia Romagna. C'è anche un finanziamento per la ricostruzione in seguito all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011 con una accise di 0,0089 euro. Tuttavia dal 1995 le accise sono state inglobate in un’unica ampia accisa indifferenziata, ovvero senza più riferimenti alle originali motivazioni da un decreto dell'allora Governo Dini.