cronaca

Inchiesta per identificare l'azienda telefonica che avrebbe dovuto smantellarli. I fili posti sotto sequestro dalla procura
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Il chilometro di cavi crollato dalla Sopraelevata Aldo Moro come una frustata sulla gente che passeggiava nel Porto Antico era in disuso da anni ma l'azienda che avrebbe dovuto smantellarlo a distanza di due giorni è ancora senza nome.

L'indagine avviata dal magistrato di turno grazie agli accertamenti svolti dalla polizia locale sta spulciando a ritroso nel tempo sino agli anni '90 tutte le utenze che hanno utilizzato la Sopraelevata come condotta per gli impianti.

Sotto la lente le prime aziende titolari della fibra ottica in Italia e a Genova. Ditte che ora hanno cambiato nome e denominazione giuridica. Toccherà a loro spiegare come mai non hanno smantellato quei cavi, di fatto pesanti guaine piene di piccoli fili (nella foto), e perché hanno dimenticato di effettuare la necessaria manutenzione per evitare quanto è accaduto nel pomeriggio di domenica 24 ottobre.

I cavi, depositati nel magazzino Aster di Staglieno, sono stati posti sotto sequestro dalla procura di Genova.


Gli agenti della polizia locale e la giudiziaria dei vigili del fuoco hanno accertato che il crollo è partito dal tratto della strada Aldo Moro davanti alla Commenda di Prè e da lì si è propagato come un'onda del mare sino a Palazzo San Giorgio.

Una frustata lunga quasi mille metri che avrebbe potuto provocare una strage e invece per fortuna ha fatto finire in ospedale per ferite lievi solo cinque persone, di cui due sono state medicate e poi dimesse con sette e dieci giorni di prognosi, gli altri tre passanti invece sono stati dimessi subito.

Cinquanta invece fra auto e furgoni i veicoli danneggiati, fra cui anche un  mezzo dell'Acquario di Genova.

Il responsabile della ditta delle utenze crollate potrebbe essere indagato per il reato di lesioni colpose per i due cittadini feriti. Chi ha subito danni invece per essere risarcito dovrà affidarsi a un legale.

Il Comune di Genova attraverso l'assessore ai Lavori l'assessore Pietro Piciocchi e il dirigente del settore strade, l'ingegnere Gianluigi Gatti, fanno sapere che Tursi è stato danneggiato da quanto accaduto e che chiederà i danni all'azienda responsabile di questa grave e prolungata negligenza.

Gli amministratori comunali però potrebbero lo stesso essere chiamati a rispondere su come mai nonostante l'accurata perizia svolta su tutta la Sopraelevata per verificare che non ci fossero  problemi di staticità nessuno si è accorto che quel chilometro di cavi trattenuti solo da fascette di plastica era a rischio crollo.

Nessuno ha pensato fra l'altro neppure a sradicare un piantina di fico cresciuta sotto l'impalcato della sopraelevata all'altezza del bacino galleggiante, un'anomalia che potrebbe contribuire a minare la solidità di quel tratto di Sopraelevata.

Dopo il crollo Aster, l'azienda di manutenzioni partecipata del Comune, su input dell'assessore ai Lavori Pubblici Piciocchi, ha avviato controlli a tappeti su tutte le utenze della sopraelevata e di altri ponti e viadotti del Comune allo scopo di verificarne la solidità.