A massacrare con un oggetto mai ritrovato 25 anni fa la segretaria Nada Cella nello studio di via Marsala a Chiavari sarebbe stata Anna Lucia Cecere, 53 anni, una vecchia conoscenza del commercialista Marco Soracco per cui lavorava la vittima. Movente: la gelosia e il desiderio di prendere il posto di lavoro di Nada.
La svolta per risolvere il giallo è arrivata da Antonella Defino Pesce, una criminologa pugliese che si era appassionata al caso e ha spulciato con attenzione le carte di tutti gli accertamenti svolti dalla squadra mobile.
Da una sua suggestione i detective della omicidi hanno trovato gli elementi per indagare la donna.
La Cecere, che vive a Cuneo, a suo tempo abitante in corso Dante, nei pressi dello studio teatro del delitto, è indagata a piede libero: il suo futuro è appeso ai risultati degli accertamenti della scientifica e di un noto genetista. Se su uno dei reperti, fra cui il famoso bottone con una stella trovato sul luogo del delitto, c'è il suo Dna sarà arrestata, in caso contrario sarà scagionata.
Era stato lo stesso Soracco a indicare la pista della Cecere pochi mesi dopo il delitto, affermando di avere ricevuto una telefonata anonima che gli segnalata questa ipotesi. La donna venne indagata, ma poi uscì dalle indagini.
La clamorosa svolta è accolta come "una liberazione da Marco Soracco, "speriamo solo che venga pista venga confermata", aggiunge a Primocanale, e poi di fronte alla notizia che sia lui che sua mamma sono stati indagati per non avere detto tutto agli inquirenti si tricera dietro il silenzio: "Ho avuto ordine di non parlare, se fossi a conoscenza che la Cecere odiasse Nada perchè gelosa di me? Dico solo che l'ultima volta che ho visto la Cecere è stato prima del delitto".
Silvana Smaniotto, la mamma di Nada, invece sfoga la sua delusione e la rabbia attaccando gli inquirenti: "Non trovo le parole per esprimere il mio pensiero, sono stati superficiali sia chi ha fatto le indagini che chi li ha diretti. Come mi sento? Io sono stata in galera per 25 anni, ora sono ai domiciliari, se ho una speranza lo devo a quella donna (la criminologa Antonella Defino Pesce che ha indirizzato le indagini ndr), e dire che la prima volta che mi ha contattato prima della pandemia pensavo fosse una giornalista, poi ho capito che voleva occuparsi del caso e la aiutai perchè per me più si parla del caso meglio è".
Dal canto suo il dirigente della squadra mobile di Genova Stefano Signoretti ammette l'importanza delle consulenze della criminologo Antonella Defino Pesce, ma aggiunge che quando hanno appreso di questa nuova suggestione non hanno puntato subito sulla Cecere ma riaperto il caso a 360° per non farsi condizionare, "e alla fine anche le nostre indagini ci hanno portato sulla pista della nuova indagata".
Anna Lucia Cecere, assistita dall'avvocato Giovanni Roffo, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Trapela però che due testimoni, la mattina del delitto, l'avrebbero vista passare dalla strada dello studio di Soracco intorno all'ora dell'omicidio. Un testimone l'aveva chiamata ma lei non aveva risposto, "sembrava sconvolta".
Soracco e la Cecere si erano conosciuti a un corso di ballo serale e si erano rivisti in discoteca. Secondo gli investigatori, la donna si sarebbe invaghita del commercialista e avrebbe cercato di prendere il posto di Nada come segretaria per entrare nelle sue grazie. In quegli anni lavorava come ausiliaria nella sanità.
Guarda caso proprio dopo l'omicidio Cecere ha lasciato Chiavari per trasferirsi in Piemonte dove, nel 2016 era stata assunta come maestra elementare ma era stata licenziata a inizio 2017 per un provvedimento disciplinare.
La parola fine all'indagine potrebbe arrivare dall'esame del Dna. A eseguire gli esami sarà il professor Emiliano Giardina, il genetista che arrivò all'Ignoto 1 nel caso di Yara Gambirasio.
cronaca
Omicidio Cella: la svolta grazie a un'intuizione di una criminologa
L'indagata Anna Lucia Cecere fu vista allontanarsi con l'aria sconvolta dal palazzo del delitto
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