cronaca

Primocanale in diretta. Alle ore 11,45 udienza sospesa a causa di un forte temporale, poi ripresa dopo le 12
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Escludere le parti civili, compreso il Comitato ricordo vittime, dal processo Morandi: questa la carta legale giocata dai difensori di Aspi e Spea, nel corso della prima udienza preliminare ripresa stamattina dopo la sospensione del 15 ottobre. L'udienza - seguita in diretta dalle 8 da Primocanale - ha avuto come nemico anche il meteo, visto che alle 11,45 un forte temporale ha imposto una sospensione per via del rumore della pioggia sulla tensostruttura.

La decisione più attesa era quella relativa all’accoglimento delle istanze per la richiesta di costituzione di parte civile. Nel processo dello scorso 15 ottobre hanno presentato la richiesta oltre 300 soggetti, tra cui la Presidenza del consiglio, il Ministero delle Infrastrutture, il Comune di Genova, la Regione Liguria ma anche i i familiari delle vittime, diverse associazioni di consumatori e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Un numero molto elevato che lo stesso comitato dei parenti di chi ha perso la vita nel crollo, ritiene possa essere un ostacolo, rallentando il lavoro dei giudici.

Ma i difensori di alcuni imputati fanno sapere che, oltre alla richiesta sulla scrematura delle parti civili, ricorreranno in Cassazione per portare avanti la richiesta di ricusazione del giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni, presentata dai legali di alcuni imputati, tra cui l’ex ad di autostrade Giovanni Castellucci L’udienza andrà avanti, ma il giudice non potrà decidere sull'eventuale rinvio a giudizio finchè non ci sarà l’ultima parola su questa istanza.

I parenti delle vittime, riuniti davanti al Tribunale prima dell'inizio dell'udienza, sperano venga fatta giustizia. Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime del ponte Morandi, presente con la sorella Nadia questa mattina in tribunale, ha espresso la sua preoccupazione: "Non è una lotta per avere giustizia, è una lotta contro un sistema, molto ben radicato. Noi parenti ci sentiamo come carne da macello." Le fa eco la sorella Nadia: "È molto importante mantenere la memoria ed esserci anche se è un processo in salita e sarà fatto di tutto perché non sia fatta giustizia, noi invece la vogliamo fortemente."

Manuel Diaz è fiducioso: "Mi aspetto giustizia, la Procura sta lavorando molto bene. Abbiamo già appurato che è colpa loro. La Giudice Faggioni si è pronunciata in maniera molto forte nei confronti degli imputati, non per il suo volere ma perché le carte urlano così forte che ci obbligano ad osservare la situazione in quest'ottica. In oltre 3 anni queste persone non hanno mai fatto un passo indietro, hanno cercato di tergiversare. Il Morandi è crollato perché loro hanno permesso che crollasse. La regione è ancora soffocata dalle conseguenze di quel giorno."


Il gup aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari di Castellucci nell'ambito di un filone d'inchiesta parallelo a quello del crollo del ponte, quello dedicato ai pannelli fonoassorbenti. Per questo i legali dell’ex ad di autostrade sostengono che si sia già espresso sulla sua colpevolezza. I magistrati della corte d’appello invece hanno chiaramente affermato che "non risulta formulata alcuna valutazione sulla responsabilità dei ricorrenti in relazione agli specifici fatti" relativi al crollo del Morandi. Faggioni, "si è solo incidentalmente espressa in relazione alla vicenda processuale scaturita dal crollo del ponte".

Si tratta, aggiungono, "di procedimenti distinti per fatti diversi. E il gup Non ha espresso una valutazione sulla colpevolezza o innocenza degli attuali imputati”.