Politica

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Mi ero completamente dimenticato che esiste l’Associazione Industriali di Genova. Me ne ero completamente dimenticato da quando i dirigenti ci avevano caldamente invitato a non occuparcene, cioè a dimenticare che bisognava eleggere un nuovo presidente in sostituzione di Marco Bisagno e forse scegliere anche un nuovo direttore al posto di Paolo Corradi. Li abbiamo talmente presi alla lettera questi consigli, anche perché l’Associazione, francamente, non ha offerto nessun tema di dibattito, di confronto, di stimolo politico, seppure nel pieno di una campagna elettorale che tocca tutti i temi cari agli imprenditori italiani che sono, logicamente, intervenuti nel confronto tra Veltroni, Berlusconi e gli altri. Da Genova il silenzio. Sono andati in sonno e noi ci siamo addormentati con loro. Ben diverso quello che è accaduto, per esempio, nelle Unioni Industriali di Savona dove Luciano Pasquale fa intelligente “politica”, cioè comunica, stimola e a volte sa anche provocare, o come avviene a Imperia dove le stesse azioni costruttive vengono svolte dal direttore Giuseppe Argirò che ha del “sindacato” degli imprenditori una visione moderna e non soltanto corporativa.

Ma dal sonno dell’associazione genovese forse ci faranno svegliare (lo speriamo davvero per il bene della nostra città) i due nuovi vicepresidenti, Stefano Dellepiane e Edoardo Garrone che sono abituati anche a “far politica” cioè a parlare di argomenti che non siano solo e specificatamente aziendali. Gli imprenditori hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di far sentire le loro esigenze e di partecipare in prima persona al confronto sul futuro di Genova. Basta che si sveglino.