"Le vittime sono tutte uguali, non c'è classifica", lo ha affermato il giornalista Gad Lerner, oratore ufficiale a Palazzo Ducale per celebrare il giorno della memoria. Nel salone affollato da ex deportati, scolaresche e autorità, lo scrittore e giornalista si è distaccato dal ruolo di "portavoce delle vittime" o di "sacerdote della Shoa" prediligendo quello di "sentinella per riconoscere i pregiudizi, l'odio e l'incapacità di riconoscere i diritti altrui", sottolineando che lo sterminio non è stata una follia improvvisa ma una conseguenza di secoli di disprezzo. Lerner ha ricordato gli stermini degli armeni, dei curdi, della Cambogia, del Rwuanda e della Ex-Jugoslavia trattando anche i problemi del conflitto arabo- israeliano a Gaza.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità