Politica

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Che fine ha fatto Carlo Freccero il superconsulente del sindaco per i grandi eventi? La domanda gira di bocca in bocca. Da Certosa a Sant’Ilario, da Livellato a Terrusso. Che fine ha fatto?

Inghiottito da una notte bianca? Rapito da un festival del trallallero? Soggiogato da una basanata maggiolina? Annegato in un bouillon del culture?

Di lui si sono perse le tracce da quando lanciò con convinta e divertente enfasi la politica promozionale del sindaco Vincenzi appena eletta. Allora sognava e ci faceva sognare eventi su eventi. Per qualche settimana abbiamo pensato che forse davvero stava per finire l’anestesia da pittura del Seicento, la celebrazione in progress continuo di Van Dick e dei suoi inestinguibili pronipoti.

Che fine ha fatto Freccero? L’avete visto a Genova? L’avete incontrato?

Da Mangini non c’è stato, l’ho chiesto a Rosario Monteleone. Mi ha dato la sua parola: nulla. Nessuna traccia all’Europa, né all’Ippogrifo e nemmeno dai fratelli Bertola al Gran Gotto. Sarà forse passato dall’Urban Lab? No. I palombari non l’hanno visto. Sulla zattera non è stato. Non era nemmeno al concerto dei coniugi Baremboin!

Forse si è nascosto in un taglio di Fontana? O in uno spartito ingiallito di Faber? Che voglia apparire al débat public sulla Gronda? O che preferisca interloquire sulla vivacità della Costituzione con Moni Ovadia e Shel Shapiro in un the garnì dei Buonavoglia? Siederà nel salotto di Franca Brignola o sul ring di Davide Lentini? Finirà su You Yube con lo psichiatra Bollorino o sui megamanifesti insieme all’ottico Sparviero? O più semplicemente se ne sta a Roma alla Rai? Più semplicemente “dove un attimo vale un altro”.

Le notti di Genova, ahimé, sono ritornate grigie. Grigio topo nei vicoli grazie alle pantegane che presidiano i carruggi. Gli sguardi dei giovani sono tornati tristi e quelli degli anziani come me, acquosi. Staglieno riconquista il primato di simbolo della città.

Carlo, ritorna. Qui ci stiamo annoiando troppo.