Mi ha molto appassionato il dibattito che, su questo sito, ha coinvolto il Direttore Paternostro e Davide Lentini sul “bello” e sul “brutto” di internet. Entrambi, credo, hanno ragione: non si può dar torto al Direttore che invoca un maggior rispetto delle regole e dell’educazione, ma neppure può criticarsi Lentini che difende il web e la sua intrinseca libertà. Nel panorama della cultura e dell’informazione, internet è realmente un’isola felice, un luogo di dibattito e confronto, in cui non esistono gerarchie: internet è forse l’unico posto al mondo in cui l’uguaglianza dei punti di partenza è compiutamente realizzata. Ed è per questo che, da liberale, lo ritengo uno strumento formidabile.
Forse in ritardo, e forse impressionata dalla potente campagna elettorale on-line che ha portato Obama alla Casa Bianca, se ne sta accorgendo anche la politica italiana. Che troppo spesso ha ignorato la rete o, peggio, l’ha temuta. Proprio a Genova, in aprile, si è tenuto un convegno di importanza nazionale su “La politica nella rete”, da cui è emerso un nuovo approccio tra legislatore ed internet: una regolamentazione di internet appare necessaria, specie a livello globale, ma essa dovrà attuarsi in maniera tale da non intaccare in alcun modo la libertà, che della rete è la peculiarità che più ci piace.
Proprio per portare questi principi nel nostro Parlamento è nato, qualche settimana fa, l’”Intergruppo Parlamentare 2.0”, di cui sono fondatore, formato da 16 deputati e senatori di ogni schieramento, che ha l’obiettivo di portare ad un riconoscimento, a livello istituzionale, di internet come strumento di democrazia e, potenzialmente, di esercizio telematico dei diritti. Perché il web 2.0 ci offre possibilità che in passato erano forse inimmaginabili, e che vanno sfruttate in senso positivo: oggi è possibile colloquiare in tempo reale con i propri rappresentanti, è possibile suggerire nuove iniziative, inviare commenti e critiche sulla loro (o forse dovrei dire “la nostra”) attività. E spero che in futuro sia possibile anche sottoscrivere proposte di legge di iniziativa popolare direttamente on-line: è un’idea che ho lanciato da tempo e che sto cercando di concretizzare.
Nel mio piccolo, ho un sito e un blog che cerco di seguire il più possibile, e che mi sono stati davvero utili nel corso di questo mio primo anno da deputato. Tramite il blog ho scambiato opinioni con i cittadini, ed ho raccolto i loro suggerimenti e le loro critiche. È proprio grazie ai nuovi mezzi di comunicazione che ho dato vita a diverse iniziative parlamentari a tutela della libertà della rete: la legge “salva blog”, a difesa di chi utilizza il web per diffondere il proprio pensiero, e l’abrogazione dell’emendamento D’Alia, che avrebbe potuto portare ad una inaudita censura della rete, ne sono un esempio.
Certo, c’è ancora tanto da fare, specie in Parlamento, dove continua a nascondersi qualche titubanza rispetto a questo nuovo mondo. Ma l’Italia è un Paese dinamico, ed è per questo che, ancora una volta, saprà adeguarsi ai tempi e, come auspico, essere all’avanguardia nel mondo per l’introduzione dell’e-democracy.
* Deputato Pdl
IL COMMENTO
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