Vorrei, in punta di piedi, entrare anch’io nel dibattito da Voi avviato sul problema delle spiagge libere a Genova. Intanto Vi ringrazio per l’attenzione che state dimostrando per un problema reale e per il quale state svolgendo il vero servizio pubblico facendo emergere la realtà per quella che è confrontandola poi con esperienze di città a noi così vicine come Nizza, Cannes e Mentone, realtà da cui i nostri amministratori dovrebbero e potrebbero imparare molto.
Quello che mi ha molto sorpreso, per la verità, è l’affermazione del Sindaco, da Voi puntualmente riportata, che quello delle spiagge libere, attrezzate e fruibili per quei cittadini che non vogliono o non possono avere una cabina in uno degli stabilimenti balneari di Corso Italia ma non solo, non è oggi, per il Comune di Genova, una priorità. Allora mi chiedo quali sono le priorità per il nostro Sindaco. Forse la moschea? Forse la realizzazione di un luogo ci aggregazione culturale e religiosa per ch professa una religione diversa dalla nostra? Forse sostenere che Genova è la città dei diritti ospitando il Gay Pride.
Genova potrebbe, e a mio avviso dovrebbe anche essere la città dei doveri dove sarebbe doveroso, specie per un amministratore pubblico, dare delle risposte magari più vicine alla sensibilità dei suoi abitanti anche se non suoi elettori. Mi è sembrata una risposta un po’ arrogante e anche un po’ stizzita. C’è un brutto difetto che assale spesso i nostri politici una volta eletti. Ovvero il difetto della memoria. Essi dovrebbero sempre ricordare che sono li perché una maggioranza li ha democraticamente eletti per rappresentare tutti anche quelli che non hanno condiviso la loro piattaforma elettorale. Dovrebbero ricordare che sono rappresentanti “pro tempore” dei cittadini e che il ricoprire cariche elettive in rappresentanza di qualcuno non da diritti diversi da quelli di tutti gli altri cittadini. Anzi semmai da dei doveri maggiori.
Doveri come quelli di dare risposte e non manifestare fastidio se qualcuno non la pensa come loro o pone domande scomode e non avere la supponenza di chi crede di essere sempre culturalmente “il Migliore”. Il progetto del Nuovo Lido per il quale il consiglio comunale ha respinto la proposta di modifica del Piano Urbanistico Comunale (Puc) magari sarà stato anche bello e affascinante ma forse si poteva ragionare in termini complessivi per una migliore valorizzazione di corso Italia nel suo complesso e a favore della maggioranza dei cittadini e non decidere parcellizzando le soluzioni. La Sua creatura, ovvero “Urban Lab” potrebbe immaginare un ridisegno complessivo di valorizzazione di un ‘area come quella di Corso Italia sulla falsa riga di esempi a noi non certo cosi lontani.
Basterebbe sempre che chi governa ricordasse che il giudizio per chi è chiamato “pro tempore” ad occuparsi della Cosa Pubblica lo daranno sempre i cittadini elettori.
*Vice coordinatore metropolitano Pdl Genova
IL COMMENTO
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