Si terrà mercoledì l'udienza davanti al giudice di pace di Genova nei confronti dei primi due immigrati fermati per il reato di clandestinità. Il procuratore capo, Francesco Lalla, ha inviato il fascicolo al giudice di pace. Proprio oggi Lalla ha nuovamente incontrato i vertici di carabinieri e polizia. "Le nuove disposizioni - spiega - pongono problemi di applicazione e interpretazione. Cercheremo di affrontarli volta per volta, anche quando avremo più organico". Lalla però non prevede la costituzione di un pool di magistrati dedicato. "La legge spinge ad attivare un meccanismo di espulsione dell'irregolare. L'espulsione, infatti, é prevista come sanzione sostitutiva rispetto all'ammenda, ma la legge mira soprattutto all'espulsione, anche se la sentenza non è irrevocabile". Intanto si viene a sapere che in un anno, a Genova, un centinaio di figli di immigrati clandestini sono diventati cittadini italiani in base alla facoltà che i Comuni hanno di riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati nel loro territorio e vi hanno permanentemente vissuto fino alla maggiore età. "Affinché questa pratica possa continuare ad essere applicata - spiega l'assessore Veardo - è fondamentale poter dichiarare la nascita e, con le nuove norme, per i clandestini diventa un problema". Il Comune di Genova varerà perciò entro settembre un regolamento che consentirà di registrare le nascite tramite una semplice comunicazione da parte dei medici e delle ostetriche che hanno assistito al parto, sia in ospedale che a casa. Sui cie, i centri di identificazione, scoppia intanto la polemica politica.
Cronaca
Reato di clandestinità, la Procura: "Nessun pool dedicato"
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