Il commento di Mario Paternostro (“Saranno i nomi in lista a fare le differenze”) offre come sempre spunti molto stimolanti. Cercherò di rispondere a tutte le sollecitazioni: le scelte per la sanità, per la casa e il territorio, il significato di nuove candidature.
Non c’è dubbio che la sanità è stato e rimane tema centrale per l’azione della Regione. Non mi stancherò di rivendicare il merito del risanamento di una situazione drammatica. E non dimenticherò mai di ricordare al mio “sfidante” che abbiamo trovato un disavanzo di 310 milioni di euro nel consuntivo del 2004. Una cosa gravissima, anche perché Biasotti aveva assicurato più volte in campagna elettorale che i conti erano a posto. Per un anno e mezzo abbiamo dovuto impegnarci per venire a capo di uno sforamento complessivo che tra il 2004 e il 2006 ha raggiunto 852 milioni di euro. Prova di quanto erano fuori linea la gestione della sanità e le previsioni economiche della passata amministrazione. Dal 2007, negli ultimi tre anni, i conti sono tornati in pareggio, come certifica lo stesso governo Berlusconi. E’ chiaro che l’azione per il risanamento ha condizionato il nostro intervento, ma è altrettanto verificabile che i servizi sono comunque aumentati e migliorati, per le liste di attesa c’è un’inversione di tendenza (anche se rimangono alcune situazioni critiche), abbiamo aumentato le residenze per anziani, e per la prima volta aiutiamo con il fondo per la non autosufficienza 7 mila famiglie liguri che si prendono cura a casa di anziani e disabili. Inoltre, sempre grazie al risanamento,abbiamo progressivamente eliminato le addizionali fiscali: oggi sono esenti l’85% dei contribuenti liguri.
Per quanto riguarda le “fughe” di chi si cura in altre regioni, è vero che in Liguria ci sono poche cliniche private convenzionate: una situazione sulla quale peraltro nemmeno l’amministrazione della destra era intervenuta. Nelle regioni dove il sistema sanitario funziona molto bene non ci sono modelli univoci: in alcune esistono molte convenzioni private, in altre no. Noi ci misureremo anche con questo problema, e sicuramente – ora che il risanamento è compiuto - avremo a disposizione più risorse per creare centri di eccellenza. Già sono previsti nuovi grandi ospedali, a cominciare da quello della Spezia, interamente finanziato. Ma penso anche alla cura per le persone anziane, e in generale a una politica per il miglioramento della qualità della vita per la terza età, un campo in cui la Liguria può conquistare un ruolo di eccellenza nazionale e internazionale.
Veniamo alla legge sulla casa. Qui mi permetto di precisare: non c’è stato alcun arretramento rispetto a un “primo disegno aperturista”: alla fine il Consiglio Regionale ha approvato la legge così come era stata definita dalla Giunta, del cui equilibrio e della cui giustezza eravamo convinti sin dall’inizio. Essa infatti premia i più piccoli proprietari consentendo in ogni caso un ampliamento fruibile, e unisce quindi rigore e equità. Sono previste tre fasce, con possibilità di ampliamenti per il 30, il 20 e il 10 per cento. Ma la media globale si attesta su un 17% che è inferiore al 20% previsto dall’accordo tra Governo e Regioni. E’ a quell’intesa che noi abbiamo fatto riferimento. La novità – del resto prevista anche in una regione come la Lombardia – riguarda l’aver riconosciuto ai Comuni, com’è giusto da un punto di vista istituzionale, la facoltà di limitare ulteriormente l’applicazione delle norme. La legge favorisce le famiglie per una migliore abitabilità e fornisce uno stimolo alle attività economiche, ma non attenta al nostro paesaggio e all’ambiente. Le destre, evidentemente, volevano altro. Ricordo che per chi vuole ampliare attività economiche esiste già uno “sportello unico” con le sue procedure. Il piano riguardava la casa, e la maggioranza delle regioni si è attenuta a questo obiettivo.
Infine, le auspicabili novità per le liste. Esattamente pensando al problema sollevato da Paternostro, e ritenendo che accanto a nomi sperimentati e con forti competenze siano necessarie nuove presenze, ho deciso di promuovere personalmente una lista aperta a personalità legate al territorio, e disponibili a collaborare per una nuova politica. In questi mesi, girando la Liguria con centinaia di incontri, ho fatto una bella scoperta: la politica sconta una gravissima crisi, ma c’è tanta gente impegnata nelle amministrazioni locali, nell’associazionismo e nella società civile che ha voglia di dare una mano. Per cambiare le cose.
Nei prossimi mesi prima del voto saranno questi i miei impegni principali. Proseguire l’attività di governo soprattutto per arginare la crisi. Tanto più che le liti nell’esecutivo dimostrano ancora di più che siamo soli, e dobbiamo fare supplenza alle carenze delle scelte nazionali. In secondo luogo approfondiremo i contenuti del nuovo programma, costruendo un’alleanza sugli obiettivi di governo che sono sicuro sarà ancora più forte e ricca di quella che mi ha lealmente sostenuto in questi anni. In terzo luogo metteremo in campo personalità nuove. Si affiancheranno ai Besana e ai Crivello che già hanno accettato, dando voce a una realtà diversa: ci sono persone che credono ancora utile e possibile collaborare con una politica che si dimostri attenta e aperta alla società.
* Presidente della Regione Liguria
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