Gli uomini della Guardia di Finanza sono tornati stamattina negli uffici della Regione Liguria, in piazza De Ferrari a Genova. Intorno alle 9 hanno cercato i legali rappresentanti, il presidente e il suo vice, per chiedere a loro una serie di documenti di giunta. Ma entrambi non erano in sede. Accompagnati dall'assessore alla finanze G.B. Pittaluga, allora, gli uomini della Finanza hanno chiesto di poter parlare con il direttore generale dell'ufficio Affari della Presidenza, Gabriella Laiolo, che ha consegnato alle fiamme gialle tutti i documenti richiesti, relativi ad alcune specifiche delibere di giunta sui bandi per l'assegnazione dei fondi europei. Stamattina a Pietra Ligure, Burlando si è detto tranquillo, anche in relazione alle notizie secondo cui il suo nome è finito nelle intercettazioni telefoniche. "Non posso certo impedire - ha detto - che persone oggetto di indagine facciano il mio nome nelle loro conversazioni telefoniche". non è escluso che la Finanza debba tornare nei prossimi giorni nella sede di piazza De Ferrari per acquisire tutto il materiale che sarà ritenuto necessario nel corso dell'indagine. Per questo motivo probabilmente, il presidente della Regione delegherà un suo rappresentante per gestire le consegne. (Davide Lentini)
LA PROCURA DI GENOVA PRECISA: "GLI INDAGATI SONO UNA VENTINA"
Si stringe a venti il numero degli indagati e i nomi eccellenti non sono più di tre. La notizia trapela dalla Procura di Genova, ora che gli atti sono stati parzialmente “ripuliti”, nell’ambito dell’indagine che ha fatto esoplodere lo scandalo dei fondi europei in Liguria e un giro di tangenti. Il plico delle intercettazioni telefoniche è infinito. Ma le parti rilevanti per chiarire la poszione di ognuno sono state sottolineate e estrapolate. Il nome del presidente della Regione, Caludio Burlando sarebbe finito per caso tra quelle intercettazioni, attraverso conversazioni scambiate con chi aveva il telefono sotto controllo. Ma non è tra gli indagati. Così come non lo sarebbero almeno una ventina di altri nomi (ai 40 iniziali) inizialmente finiti sul registro degli indagati. I nomi trapelati sono quelli dei consiglieri regionali del Pdl Nicola Abbundo, Vito Vattuone del Pd e l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Cassini. E poi il il superconsulente Romolo Marzi di Assoconsult, in piazza Fossatello, centro storico di Genova. Confermato il sequestro di 28mila euro, presumibilmente da destinare a mazzette, ma non è dato sapere nell’ufficio di chi ma, appunto, facendo leva su Assoconsult che potrebbe avere pilotato le gare d’appalto. Difficile anche stabilire quando partiranno i primi interrogatori. “Al più presto”, dicono da palazzo di Giustizia. Nessuna data fissata. (Anna Chieregato)
IL COMMENTO
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