Sport

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Sarebbe troppo facile aprire un pezzo di commento relativo alla delicata situazione del mondo sportivo natatorio genovese e ligure con una metafora relativa a chi annega o a qualcosa che affonda… Non lo faremo perché poi alla fine anche a bordo delle piscine la dialettica è la stessa che attraversa tutto il mondo sportivo: mancano gli sponsor, mancano quindi i soldi e gli impianti che gestiscono l’acqua costano maledettamente cari. La dinamica stringi, stringi è sempre la stessa: le società “con l’acqua alla gola” (concedetecelo) guardano alle amministrazioni e alla federazione, queste ultime non possono che sconsolatamente guardare ai salvadanai vuoti e ai crescenti costi di qusto tipo di impianti. Deja vu. Ma esiste una via di fuga dalla crisi, come si dice una “exit strategy” da questo stato di empasse? Occorre cambiare forme e strategie di sviluppo nonché di approccio al mondo sportivo da parte delle stesse società? Deve cambiare, come andiamo ripetendo spesso, la considerazione e l’approccio stesso da parte delle amministrazioni locali? Di certo è che la progressiva necrosi del mondo sportivo rischia di colpire ancora più forte laddove la gestione delle piscine impone amministrazioni più specializzate e anche un considerevole numero di denari, e guardarsi in faccia ripetendo all’infinito che non ci sono soldi può anche essere sano realismo ma non risolve proprio nulla mentre capisaldi importanti per lo sport come la piscina della Mameli a Voltri potrebbe essere persa per sempre. Ne discuteremo mercoledì prossimo nel corso di “Offlimits sport” dopo che da qualche settimana nelle nostre trasmissioni si è alzato alto il grido di allarme di molte società di nuoto e pallanuoto dalla Mamli, appunto, al Camogli e al Bogliasco. Ospiti d’onore i rappresentanti della federazione italiana nuoto per un dibattito che proverà come sempre ad essere costruttivo e a proporre delle risposte.