Cronaca

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Liberté (in francese) e 'cittadinanza per tutti' sono stati gli slogan scanditi nel corteo degli immigrati a Genova, al quale hanno partecipato secondo gli organizzatori diecimila persone (duemila secondo fonti delle forze dell'ordine). "Ci sono tantissimi stranieri e questo per noi è un successo - ha detto uno degli organizzatori, Luca Romeo - non siamo un partito ma un movimento e lotteremo perché il permesso di soggiorno costi meno e si faccia in Comune e per il diritto al voto alle amministrative e altri punti fissati dagli immigrati stessi". Tra trampoli e giocolieri, il Solidarbus e anche uno striscione dell'associazione Netas di Genova ("Nati e cresciuti in Italia sfruttati senza diritti vogliamo la regolarizzazione senza frontiere" portato da persone che calzavano maschere bianche), il corteo ha attraversato la città dalla Commenda a piazza Matteotti passando per via Garibaldi. Davanti a palazzo Tursi c'era anche il sindaco Marta Vincenzi che ha visto sfilare i manifestanti. C'é stato un attimo di tensione quando un italiano ha lanciato un piccolo fuoco d'artificio all'interno del palazzo mentre altri italiani inveivano contro la polizia municipale. Tra i partecipanti anche la scuola Daneo, la palestra popolare Baliano, i Sin-Cobas e la Cgil. Pochissime le bandiere di partiti e sindacati come chiesto dagli organizzatori. Moltissime le bandiere dell'Ecuador e i cartelli scritti a mano come quello di un bambino (Emancipatevi dalla schiavitù mentale) sulle spalle di suo padre, un elettrotecnico senegalese in Italia da 3 anni: "per razzismo non sono mai riuscito a dimostrare quello che posso fare con tre lingue e un titolo di studio", ha spiegato. Durante il corteo sulla targa del comando militare regionale dell'esercito provinciale a largo Zecca è comparsa la scritta spray "Via gli alpini".