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Potrebbe tradursi in un aumento del 10% per le aziende e per tutti i soggetti che hanno partita Iva il passaggio della tassa sui rifiuti da tariffa a tributo. La modifica, sancita da una sentenza della Corte Costituzionale nel luglio dello scorso anno, non porterebbe invece aggravi per le famiglie. Del nuovo regolamento per la Tia ha discusso oggi la giunta comunale di Genova, che ha ribadito la necessità di un intervento del Governo per chiarire la questione, anche se l'obiettivo dichiarato è comunque quello di non aumentare la tassa. "Chiediamo al governo di legiferare in materia e in particolare di emettere un decreto che riconosca la Tia come una tariffa, quindi soggetta a Iva, per consentire alle imprese di continuare a detrarre questo 10% dalla dichiarazione dei redditi" ha sottolineato il sindaco Marta Vincenzi. Se invece la Tia resterà tributo alle aziende spetterebbe un rimborso per l'Iva versata negli anni scorsi: per Genova si stima una cifra intorno ai 20 milioni di euro che toccherebbe allo Stato rimborsare. "La battaglia che portiamo avanti non è per le casse comunali - ha detto ancora Vincenzi - ma per le tasche dei cittadini, che, contrariamente a quanto sostiene il Governo, vengono toccate pesantemente". Contro l'ipotesi di un aumento si scagliano i commercianti dell'Ascom: "Risulta assolutamente inconcepibile un ulteriore aumento che peraltro va a gravare anche sui cittadini in un momento di crisi dei consumi che ha messo in ginocchio l’economia e l’occupazione- scrivono in una nota - L'amministrazione comunale non si è resa conto di quali enormi difficoltà e di quali sacrifici imprese e cittadini si stanno facendo carico semplicemente per resistere ad una crisi economica che se in termini generali non ha paragoni rispetto al passato, sul nostro territorio è ancora più accentuata da fattori strutturali quali l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione residente".