Politica

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A volte le cose semplici, come la vita di campagna, sono il paradigma di questioni più grandi e apparentemente nobili. Girando nei paesini della Liguria si incontrano spesso nomi di questo tipo: Acqua di sotto e Acqua di sopra, Case soprane e Case sottane. A separarli talvolta solo una manciata di metri, magari una stradina o un fiumiciattolo, o liti antiche per pochi metri di terreno o qualche mucca contesa. L’uomo ha sempre teso a demarcare il confine, dal campo alla sottofrazione della frazione anche se si tratta di una manciata di “anime”. Che cosa c’è di attuale nell’eredità lasciata dai cartelli stradali di paesini ormai abbandonati? Arrivo ad oggi: sento polemiche dalla Spezia, pardon da Sarzana, cioè no, diciamo dal levante ligure, così non scontentiamo nessuno (anche se a pensarci bene qualcuno potrebbe obiettare che “levante” è definito tale rispetto a Genova e allora siamo “genovacentrici), dicevo che sento polemiche su assessori che rappresenterebbero “La Spezia ma non Sarzana e la Val Magra e allora ci vuole anche un assessore che rappresenti la Val di Magra che è diversa dalla Spezia per storiche divisioni…” bla bla bla. Insomma, nella lotta di poltrone si insinua questa rappresentatività che definirei “al metro”. Poi magari, gli stessi politici protagonisti di queste polemiche, dicono che “ci vuole l’unità dei porti liguri per il bene della regione…”. Per non parlare di Euorpa o globalizzazione, parole che vengono le vertigini solo a sentire. Ma quale unità se facciamo distinzione non tra province, no, ma tra due luoghi distanti neppure il tempo di ingranare la quinta in autostrada! Se qualche politico potesse gentilmente convincere sull’utilità di lottare per la poltrona in virtù della rappresentanza di uno dei due territori sarebbe ben gradito. Grazie