Cronaca
I parti salvati dalle preferenze
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Perché mai bisogna “salvare” l’ostetricia di Voltri? Perché il Partito democratico a Voltri prende ancora, nonostante tutto, un gran pacco di voti e, per qualche politico, di preferenze? Leggiamo sul piano di razionalizzazione dell’assessore Montaldo che i parti al San Carlo nel 2009 sono stati 331, il numero più basso di tutta la Liguria. E allora? Se si razionalizza si razionalizza e basta non guardando le schede elettorali. E perché traslocare la maternità dell’Evangelico (750 parti nel 2009) e spostarla a Voltri? E perché nell’area del ponente ligure dove esistono due ottimi ospedali, il San Paolo, il Santa Corona si è dovuto costruire anche l’ospedale di Albenga? E lo stesso è stato fatto, nel Tigullio, a Rapallo? Due costosissime operazioni sponsorizzate dalla giunta di centro destra? Vorremmo che ci rispondessero sia l’assessore Montaldo, sia il capogruppo anti-sprechi del Pdl, Morgillo. E che lo spiegassero a chi oggi, per colpa di tanti sprechi presenti e passati, deve pagare le conseguenze con tagli che, senza dubbio, provocheranno pesanti disagi. Il piano sanitario va nella giusta direzione che da anni anche noi, molto modestamente, sollecitiamo: accorpamenti e razionalizzazioni non solo dove i numeri bassi dimostrano l’inutilità del servizio, ma anche dove il passa parola confermato dai risultati effettivi di fine anno dimostrano che non c’è “mercato”. Individuazione del San Martino come ospedale delle eccellenze, purché le eccellenze ci siano davvero e questo deve essere dimostrato dai valutatori esterni e dai numeri: se 5 mila pazienti scelgono un determinato reparto e solo 300 ne scelgono un altro della stessa tipologia, beh vuol dire qualcosa non vi pare? Sostegno e sviluppo delle eccellenze ormai assodate, quelle da cui non si fugge: l’ematologia della scuola di Marmont, l’ortopedia di Priano, la chirurgia vascolare di Palombo, l’urologia di Giberti, la chirurgia plastica di Lavagnino, la chirurgia ortopedica del Santa Corona, l’oncologia con la corretta alleanza tra San Martino e Ist, solo per ricordare le prime che ci vengono in mente e senza voler far torto a quelli che ci stiamo dimenticando e che ci sono eccome in tanti ospedali. Fare in modo che non si ripetano più le fughe di ottimi chirurghi come Massimo Giordano “costretto” ad abbandonare il San Martino per rifugiarsi nel Basso Piemonte dove trascina carovane di pazienti. E i direttori delle Asl e quelli potentissimi dei grandi ospedali che non sono riusciti a trattenere gli “eccellenti” paghino i loro errori come tutti i comuni mortali e non vengano considerati degli intoccabili “unti dal Signore” e dalle tessere di partito.
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