Un risarcimento di oltre 100 milioni di euro viene chiesto al Rina, il Registro Italiano Navale, dal comitato dei familiari delle vittime del naufragio del traghetto "Boccaccio 98", avvenuto nel Mar Rosso il 2 febbraio 2006, in cui morirono oltre mille persone. La richiesta di danni è contenuta in una causa civile collettiva intentata da circa 980 familiari delle vittime, per la maggior parte egiziani. L'atto di citazione, 542 pagine frutto di quattro anni di indagini svolte da un consorzio internazionale di legali coordinato dallo Studio Associato Ambrosio e Comodo di Torino, é stata depositata oggi al tribunale di Genova. "Con questa causa - hanno spiegato i legali - vogliamo veder affermata la grave, seppur non esclusiva responsabilità del Rina, l'ente incaricato di certificare la sicurezza delle navi, nella tragedia per le numerose e differenziate negligenze di cui la società si è resa complice".
LA REPLICA DEL RINA: "STUPITI DALLA RICHIESTA"
"Sebbene il Rina avesse classificato la nave, il certificato di sicurezza passeggeri era stato rilasciato da una società panamense incaricata dall'Autorità di bandiera": lo ha dichiarato l'amministratore delegato del Rina di Genova, Ugo Salerno, alla notizia, appresa "con stupore", dell'azione intentata nei confronti dell'Ente in relazione all'affondamento del traghetto "Boccaccio '98''. "Ciononostante - afferma Salerno - il Rina si era immediatamente messo a disposizione delle diverse autorità incaricate delle indagini, fornendo contributi per l'accertamento dei fatti. In particolare, nell'ambito degli accertamenti disposti dalla Commissione europea, il Rina ha fornito la documentazione completa relativa alla vicenda all'Emsa (European Maritime Safety Agency), che non ha riscontrato alcuna irregolarità. Nessuna delle vertenze giudiziarie avviate in Egitto, né l'inchiesta condotta dallo Stato di bandiera della nave (Panama), avevano rilevato elementi riconducibili al Rina tra le varie cause del sinistro".
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