Cronaca

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Fincantieri ribadisce in una nota inviata ieri sera a Primocanale nel corso della trasmissione Destra Sinistra che "l’azienda non ha preso alcuna decisione, e comunque prima di procedere in qualsiasi direzione ha ben presente la necessità di riaprire un'ampia discussione con il sindacato e le istituzioni". Secondo le organizzazioni sindacali si tratta di una frase di circostanza, in attesa dell'incontro di lunedì a Roma convocato dal ministro Sacconi, oggi a Genova per un convegno di Confindustria. A preoccupare di più i lavoratori di Fincantieri, rispetto alla bozza di ridimensionamento dell'azienda che prevede la chiusura dello stabilimento di Riva Trigoso e il ridimensionamento di quello di Sestri Ponente, però, sono state le parole del presidente di Banca Carige, Berneschi: "I tempi della beneficenza sono finiti - ha detto ieri sera - ogni azienda oggi ha i suoi problemi e, per reggersi in piedi, deve essere autosufficiente e competitiva. Il problema di Fincantieri, e in generale della crisi delle realtà produttive di questa città, è di ordine economico, ma anche politico - ha aggiunto Berneschi -. Per quanto riguarda il mercato bisogna essere competitivi, oggi le aziende che non stanno i piedi sono destinate a chiudere. La questione politica riguarda invece la costante diminuzione del 'peso' di Genova". Il presidente di Carige, però, non punta il dito contro carenze istituzionali: "Il difetto non risiede nelle amministrazioni locali, ma nel costante decremento demografico. Questa città è passata da un milione di abitanti a 600 mila, gran parte dei quali stranieri. E' ovvio che più diventa piccola più la sua importanza strategica tende a diminuire".