“Portalo all’ospedale sennò ti stacco la testa”. E’ la mattinata del 16 marzo. Haller Maroni, amico della Mathas e di Rasero, si rivolge così proprio a Rasero con il quale si sente al telefono riferendosi alla condizione del piccolo Alessandro che sembra già “freddo” dice anche Rasero in quella conversazione. Il piccolo arriverà cadavere all’ospedale. Maroni ha rievocato il fatto in aula nell’udienza di fronte alla corte d’assise presieduta da Massimo Cusatti. Deposizione particolarmente lunga quella dell’amico della Mathas e di Rasero, unico imputato per omicidio. C’è la storia dell’auto di Calissano imprestata dalla Mathas a Maroni e poi distrutta in un incidente. Proprio per quel motivo i tre si vedono una sera e in quella sera Maroni racconta di una scena che potrebbe rivelarsi importante. Il bimbo mormora mentre la Mathas e Rasero sono sul letto, Maroni è sul divano. “Il bimbo non piangeva – ha raccontato Maroni – faceva versi. L’ho preso io e ho provato a cullarlo, ma niente. L’ha preso lui (Rasero,ndr), si è chiuso un minuto in bagno e ha smesso di piangere.”. Maroni racconta di sentire dei colpi sordi provenire dal bagno e va a vedere e lì trova Rasero con il bimbo denudato e tutto bagnato con una cresta che Maroni definisce come quella della pubblicità del johnson. “Da quel momento – afferma ancora il testimone – il bimbo vicino a lui apparirà spaventato”. Cusatti chiede perché siano loro ad interessarsi del figlio e non la Mathas, che poi si sveglia. Lui parla di istinto paterno. I fatti risalgono a qualche giorno prima del delitto poi la tragica notte. In aula al palazzo di giustizia tocca poi all’ex compagna di Rasero Carolina Villa che conferma: “Ho scoperto nel 2008 che Antonio faceva uso di cocaina, ne ho trovato tracce nell’armadio e gli ho detto di non farlo in casa con i bambini”.
Cronaca
Processo Rasero, parla l'amico: "Il piccolo aveva paura di Antonio"
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