Cronaca

49 secondi di lettura

E' stato condannato a un anno di reclusione l'anestesista accusato di aver provocato la morte di un paziente non sottoponendolo a trasfusione di sangue, durante un intervento chirurgico in presenza di un'emorragia. L'episodio avvenne il 16 maggio 2005 presso l'ospedale San Martino dove il paziente, un uomo di 57 anni, fu ricoverato per essere sottoposto a un intervento per una frattura alla mascella. Un pezzo d'osso si era infilato in un'arteria e, quando fu tolto, iniziò l'emorragia. Secondo l'accusa l'anestesista invece di provvedere alla trasfusione di sacche ematiche utilizzò cristalloidi, pratica considerata corretta. L'uomo morì circa mezz'ora dopo la fine dell'intervento e i periti stabilirono che la morte fu provocata da una grave anemia. Durante l'inchiesta furono indagati anche i chirurghi ma poi la loro posizione fu archiviata perché non risultò alcuna negligenza da parte loro. Il giudice ha comunque concesso all'uomo le attenuanti del risarcimento del danno, la sospensione condizionale della pena e la non menzione.