Politica

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“Fare cose. Efficienza e produttività”. Sono le parole che utilizza con più frequenza nella sua recente vita politica. Chi? Il Marchionne di Savona, al secolo avvocato Paolo Marson. Chissà se quell'etichetta gli farà piacere. Ma per uno che, dopo aver risanato i conti dell'azienda trasporti, è arrivato alla politica soltanto da un biennio non sembra poi tanto esagerata. Viaggia in Porsche e non in Ferrari, Marson. Guadagna bene anche se non ai livelli del super manager di Mirafiori.Tuttavia il suo nome resta legato all'operazione Acts, compresi gli attriti con sindacati e autisti. Un po' come Sergio Marchionne, quindi. Con una differenza tra i due: la politica. Non si potrà misurare il gradimento tra l’elettorato del capo della Fiat, ma presto si potrebbe rilevare quello del Marchionne savonese. Già perché, alla fine della favola, Paolo Marson rischia di essere la carta che il Pdl in difficoltà potrebbe provare a giocare contro Federico Berruti per le comunali savonesi. E il compito sarà quello di sfidare proprio l'amico (ex?) che lo aveva voluto alla guida di Acts. Questo prima del suo impegno nella giunta Vaccarezza, come assessore multi deleghe o “balia”, per volontà dell'allora ministro Claudio Scajola. “Nessun tradimento, soltanto voglia di fare” andava ripetendo Marson. Che dopo un rifiuto convinto e prolungato, un po' sincero e per un altro po' di facciata, ad accettare nuove candidature, oggi tace. Ma alla probabile sfida con destinazione Palazzo Sisto inizia a pensarci: una corsa tutta in salita per lui che ha il fisico di un passista. Ovvio, la cambiale non dovrà essere banale. Ma dopo continui rinvii, l'annuncio per il Pdl pare dietro la curva. E come sul Mortirolo Marco Pantani gettava via la bandana per annunciare lo scatto decisivo, Marson è andato dal barbiere. Per la sua chioma, ha ordinato una zazzera da battaglia. Basterà per non farsi staccare da un Berruti che oggi sfoggia un fisico asciutto da autentico grimpeur?