Politica

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I casi della vita. Fino a pochi mesi fa era la donna più potente di Genova , dopo la sindaco Marta Vincenzi. Ora è indicata come la responsabile di ogni sciagura umana. Sto parlando di Renata Canini, direttore generale della Asl 3.

E’ una storia curiosa.

La Canini fa tanto bene il suo lavoro nella  Asl imperiese che vince una sorta di oscar delle asl italiane. Il presidente Burlando e l’assessore alla Sanità, Montaldo, decidono appena possibile di trasferirla alla 3 genovese che è disastrata e ha bisogno di una cura urto. Così arriva la Renata. E’, senza dubbio, molto decisionista e decide, logicamente scontentando qualcuno. Però porta risultati di efficienza e, clamoroso, anche un’ inversione di tendenza: non solo finiscono le fughe dei pazienti verso altri siti non liguri per l’oculistica, ma addirittura, aumentano gli arrivi da altre parti verso la asl 3.

Il rapporto con i medici è buono e leale. La Canini non teme di mettere la sua faccia su quello che fa, anche quando ci sono le polemiche a differenza di tanti mega-direttori che si nascondono, come il direttore del San Martino che è come l’araba fenice: solo pochi eletti sanno se ha i baffi o no, o se porta o no gli occhiali. Ed ecco che la Canini comincia a dare fastidio a qualcuno. Chi? I nemici sono tanti sia nell’opposizione che tra i suoi “amici” del Pd.

Lei a volte sbaglia, magari anche di grosso, come tutti quelli che fanno invece di starsene fermi e attendere il lauto compenso a fine mese.

Dunque viene scelta come capro espiatorio dei guai della sanità ligure, una sanità che ha una prerogativa: nessuno fa scelte coraggiose a cominciare dai politici.

Per questo la Canini mi è sempre più simpatica.