
"Mi sento un po\' sollevato, non vedo l\'ora di andare a casa per vedere mia figlia e mia moglie. Sono stati 17 giorni duri, ma adesso sono contento cosi\'": sono queste le prima parole di Marco Paoloni all\'uscita dal carcere di Cremona, da cui il portiere ex grigiorosso e\' stato rilasciato poco dopo le 19 di ieri sera su ordine del Gip Guido Salvini, che ne ha disposto gli arresti domiciliari.Innocente o colpevole? L\'estremo difensore, accusato di aver drogato i compagni di squadra somministrando loro un ansiolitico e di aver contribuito a combinare una lunga serie di partite a fini di scommesse, ha rilanciato la palla nel campo della magistratura: "La mia innocenza la dovra\' stabilire chi di dovere, io ho detto tutto...adesso voglio solo andare a vedere mia figlia". Scortato dagli avvocati De Paolo e Curatti e da un folto stuolo di giornalisti e fotografi, Paoloni si e\' allontanato dal penitenziario per raggiungere l\'appartamento dove scontera\' i domiciliari. Un appartamento in citta\', la scelta del giudice, per consentire in tempi brevi eventuali nuovi interrogatori dell\'indagato, che non potra\' comunicare con altri se non la moglie, la figlia e i legali. Una scelta che si puo\' leggere anche come un tentativo di fare pressione sul giocatore, ritenuto testimone chiave della vicenda, ma fino a oggi poco propenso ad ammissioni davanti alla giustizia. Le versioni contrastanti dei diversi soggetti implicati lasciano aperta, tra le altre, proprio la vicenda del Minias: gli investigatori, certi che sia stato Paoloni a organizzare il tutto, mirano a capire se il portiere sia stato aiutato da qualcuno nell\'attuazione del suo piano e contano nei prossimi giorni di allungare la lista degli indagati con qualche nome vicino all\'ex numero uno della Cremonese.
IL COMMENTO
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